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Sanremo giovani, la palermitana Beatrice è l’ “absolute beginner”

Sanremo giovani, la palermitana Beatrice è l’ “absolute beginner”

Ha diciassette anni ed è in corsa per il Teatro Ariston con una canzone dedicata a una sua amica scomparsa

Di Giuseppe Attardi |

«Sanremo? Sì l’ho visto» dice, lasciando intendere che sì ogni tanto ha allungato l’occhio dallo smartphone o dal computer per osservare quei cantanti che per una settimana quasi occupano il video del televisore di casa. «I miei lo guardano sempre, mia madre organizzava anche le serate con gli amici, mia nonna poi… quando ha saputo che andavo a Sanremo stava svenendo» sorride. «Non lo guardavo sempre – confessa infine – mi piaceva solo la gara dei giovani, mi ricordo quando vinse Arisa… Ah, e poi quando vinse Simone Cristicchi con Ti regalerò una rosa».   Di quella gara adesso potrebbe essere tra i protagonisti Beatrice Visconti, che non ha nulla a che vedere con l’omonima figlia di Galeazzo II Visconti, signore di Milano, vissuta nel Trecento. Tutt’altro. È una diciassettenne palermitana, cresciuta a libri, canzoni e internet. Ed è fra i dodici finalisti che il 27 novembre si contenderanno i sei “pass” per accedere sul palco dell’Ariston.   La siciliana 2.0 è una “absolute beginner”, una debuttante assoluta, a fronte di una agguerrita concorrenza che ha già un trascorso di concorsi e talent. «A 14 anni mi presentai a Castrocaro, ma andò malissimo – ricorda sorridendo – ero troppo giovane, insicura». Poi qualche concorsino locale e la tentazione di un talent: «Superai il primo provino di X Factor – racconta – ma davanti all’opportunità di firmare un contratto discografico, decisi di abbandonare».   L’offerta a Beatrice Visconti arrivò dall’etichetta palermitana Patrida Records. «Un contratto biennale che mi consentiva di realizzare il sogno di un album tutto mio – spiega la studente del liceo classico – non mi vanno le cover, non conosco la musica, la mia grande passione è la scrittura, è quasi una necessità fisiologica, e poi mi dicono che ho una bella voce». Björk, «per la sua voce, le atmosfere teatrali e minimali», è il suo modello di cantante, mentre per la scrittura i punti di riferimento sono Samuele Bersani e «il maestro» Francesco De Gregori, ma non nasconde la sua ammirazione per Arisa, «siamo vicine nel modo di raccontare». E, non a caso, Paulette, la canzone con cui Beatrice è entrata nella finale, riecheggia La notte di Arisa, mescolata a Non sono una signora di Loredana Bertè, tra richiami a Lucio Battisti, Tiziano Ferro e Malika Ayane.   Una canzone dedicata a una sua amica scomparsa. «Non ci sono tuttavia riferimenti diretti a questa amicizia – sottolinea – La canzone è composta da un susseguirsi di momenti e suggestioni che io ho vissuto con Paulette, una storia che si è interrotta bruscamente a causa di un malore fulminante che ha colpito la mia amica».   Dei suoi “rivali” ammira Chiara Dello Iacovo e le piace la canzone Cosa resterà di Irama. «Vincere? Non voglio neanche pensarci – commenta – Mi sto godendo questa esperienza senza ansie di prestazioni. Sono ancora giovane e devo fare esperienza. Sarà un’occasione per farmi conoscere da milioni di italiani».

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