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«Sono innocente»: torna in libertà l’indiano accusato di voler rapire una bimba in spiaggia

Di Redazione |

VITTORIA – «Il mio assistito ha risposto a tutte le domande del pm, ha fornito la propria versione dei fatti e si è proclamato innocente». A parlare è Biagio Giudice, legale di fiducia dell’indiano Ram Lubhaya, 43 anni, accusato del tentativo di rapimento di una bambina di 5 anni che sarebbe avvenuto martedì scorso nel lungomare della Lanterna di Scoglitti (Ragusa), dopo il lungo interrogatorio di ieri che si è protratto oltre la mezzanotte.

A conclusione dell’interrogatorio, l’uomo è tornato libero. Catturato dai carabinieri poco dopo il presunto tentativo di sequestro della bimba di 5 anni, lo scorso 16 agosto sul lungomare di Scoglitti (Ragusa), l’indiano di 43 anni Ram Lubhaya, è stato messo in libertà dal sostituto procuratore di Ragusa, Giulia Bisello, che ha deciso “di non convalidare il fermo». Lo chiarisce l’avvocato Biagio Giudice, legale di fiducia dell’indagato, che al momento risulta solo denunciato a piede libero. Per il pm non ci sarebbero stati i presupporti giuridici per confermare il fermo dei carabinieri, in quanto il reato contestato non era il sequestro ma il tentativo di sequestro. L’indiano, dunque, è stato rimesso in libertà sulla base del rapporto che il magistrato ha ricevuto dai militari dell’Arma, ritenendo di non dover ascoltare l’uomo.

  Dopo il clamore mediatico, le reazioni polemiche sul social network e la psicosi di alcuni cittadini che hanno tempestato di chiamate il 112, il pm avrebbe deciso di approfondire il caso, chiedendo ai carabinieri di rintracciare l’indiano, che è senza fissa dimora e senza permesso di soggiorno, per poterlo interrogare. I militari dell’Arma lo hanno scovato, dopo due giorni di ricerche, in un casolare, in compagnia di altri extracomunitari. Ieri è stato quindi condotto in caserma a Vittoria per l’interrogatorio, alla presenza del suo avvocato. Il pm ha sentito anche i genitori della bambina e alcuni testimoni. E alla fine, in nottata, il magistrato ha deciso di confermare la sua linea, senza emettere alcun provvedimento. L’indiano dunque rimane indagato a piede libero. «Con l’interrogatorio di ieri sera si è chiusa questa prima fase – aggiunge l’avvocato Giudice – In sede di processo cercheremo di dimostrare l’estraneità del mio assistito all’ipotesi di reato contestato». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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