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Muos, assoluzioni per reati ambientali e niente confisca della struttura

Di Redazione |

Palermo – Tutti assolti «perché il fatto non sussiste» e «rigetto della richiesta di confisca della struttura». E’ la sentenza del processo, col rito abbreviato davanti al Tribunale monocratico Caltagirone, a un dirigente della Regione Siciliana e a tre imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione a Niscemi (Caltanissetta) del Muos, sistema di telecomunicazione militare Usa. Imputati erano l’ex dirigente dell’assessorato all’Ambiente Giovanni Arnone, il presidente della «Gemmo Spa» Mauro Gemmo, e i titolari di due imprese di subappalti: Concetta Valenti e Carmelo Puglisi. La Procura aveva chiesto la loro condanna a un anno di arresto e 20 mila euro di ammenda ciascuno, oltre alla confisca della struttura. Ieri è cominciato il processo ordinario con altri tre imputati. Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore Giuseppe Verzera l’impianto era stato realizzato «senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa». 

Ieri è cominciato davanti al Tribunale monocratico di Caltagirone il processo, col rito ordinario, agli altri tre imputati accusati, a vario titolo, di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione a Niscemi (Cl) del Muos, il sistema di telecomunicazione militare Usa. Sono Adriana Parisi, responsabile della «Lageco», una delle società che hanno costituito l’Ati ‘Team Muos Niscemì vincitrice della gara del 26 aprile 2007, il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi, e l’imprenditrice Maria Rita Condorello della «Cr Impianti srl».

L’udienza è stata caratterizzata dalla costituzioni delle parti e delle liste dei testimoni. L’avvocato Goffredo D’Antona, che rappresenta l’associazione antimafie Rita Atria, ha chiesto, tra gli altri, la convocazione di due ex presidenti della Regione Siciliana: Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. La prossima udienza è stata fissata per il 18 aprile. Dall’inchiesta iniziale è stata stralciata la posizione di un cittadino statunitense, non un militare, ma un civile, Mark Gelsinger, nei confronti del quale procede l’autorità giudiziaria statunitense. Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, avrebbero realizzato l’impianto «senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa». Ed avrebbero “eseguito e facevano eseguire i lavori per la realizzazione del Muos, insistenti su beni paesaggistici, all’interno della riserva orientata denominata Sughereta di Niscemi, in zona A, di inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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