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Palermo, la fabbrica delle invalidità

Palermo, la fabbrica delle invalidità Blitz dei carabinieri, sei arresti

Truffa all’Inps da 1,5 milioni / VIDEO 1 - 2 / FOTO 

Di Redazione |

Regalavano le pensioni di invalidità a chi non aveva i requisiti. Nella mattinata, i Carabinieri del comando provinciale di Palermo, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica (procuratore Capo Francesco Lo Voi, procuratore aggiunto Bernardo Petralia e i sostituti procuratore Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo nei confronti di 18 persone (3 carcere, 3 arresti domiciliari, 12 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di falso materiale in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, al fine di far ottenere illecitamente a persone senza requisiti richiesti, i benefici economici previsti dalla legge in favore degli invalidi civili.

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Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e dirette dalla Procura della Repubblica, sono state avviate nel febbraio 2014, a seguito degli accertamenti sviluppati su di un tentativo di estorsione compiuto da una donna che, avendo acquisito la disponibilità di un’abitazione dall’ex compagno Giovanni Tantillo, aveva illecitamente sottratto copiosa documentazione medica contraffatta pretendendo denaro per la sua restituzione. Al vertice dell’associazione è stato individuato Giuseppe Cinà, nullafacente, pluripregiudicato, già arrestato nel giugno 2007 per gli stessi reati e attualmente sottoposto alla detenzione domiciliare.

Cinà procacciava in prima persona i “clienti” e svolgeva opera di raccordo dell’attività degli altri intermediari, concordando preventivamente le modalità di commissione delle condotte illecite, formando gli atti sanitari falsi e svolgendo funzioni di costante assistenza nei confronti dei beneficiari nella gestione delle pratiche. Le attività hanno permesso di ricostruire il modus operandi dell’associazione: l’aspirante pensionato si rivolgeva a Cina’ esternando il desiderio di beneficiare di una pensione di invalidità; venivano redatti/formati alcuni certificati medici falsi; iniziava l’iter burocratico, che veniva seguito per il suo intero svolgimento dallo stesso Cina’ il quale era sempre informato sulle date delle visite mediche, sulle commissioni assegnatarie, sull’esito (positivo o negativo), e sulla data di liquidazione dei benefici economici; al momento della verifica medica il paziente era “istruito” su come comportarsi, e in molti casi veniva addirittura accompagnato presso la commissione medica dallo stesso Cina’ o dal suo autista e factotum Nicola Cipolla; Cina’ si adoperava anche per trovare delle persone che, spacciandosi per badanti o familiari, erano disposte ad assistere il paziente durante la visita affinché la messinscena fosse più credibile (tali soggetti erano poi retribuiti con 50 euro a visita); in caso di esito positivo il compenso per Cina’ era rappresentato dalla riscossione degli arretrati e dal pagamento di un fisso mensile su ogni singola pensione.

Emblematici risultano essere alcuni dei fatti accertati. Nel corso delle intercettazioni, ad esempio, il Cinà diceva testualmente: «… Non voglio lavorare più, e potevo lavorare… io non lo voglio, io, la pensione, lo Stato mi deve campare!, io il muratore facevo, facevo il barista… ». Stesso “privilegio” dovevano avere anche le pesone allo stesso vicine: «… Tu devi prendere 800 euro al mese. Ci arriveremo, stai tranquilla … Tu sei l’amante mia e tu camperai come dico io, hai capito? ”. Significative le patologie documentate, anche con evidenti errori di ortografia, (ad es. “allucinazioni uditive a contenuto querulo manico”) e chiare le messe in scena poste in essere nel corso delle visite straordinarie (“Tendenza alla magnificazione della sintomatologia con atteggiamento teatrale”). L’indagine ha visto la collaborazione attiva sia della direzione regionale dell’Inps di Palermo, sia della Commissione Medica Centrale dell’Inps di Roma, e ha accertato nel complesso 25 truffe per un ammontare di 1 milione e 500 mila euro, motivo per il quale i carabinieri stanno eseguendo il cosidetto sequestro per equivalente di saldi attivi di conti bancari, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati.

Si tratta di un provvedimento ablativo disposto su somme di denaro, beni o altre utilità di cui il reo abbia la disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, previsto per talune fattispecie criminose e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto. «Tuttavia i casi di grandi abusi come quello emerso dall’indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo non assumono rilievo per le somme sequestrate e i risparmi ottenuti, anche se non indifferenti. Il valore principale di questa attività sono gli effetti positivi sul piano dell’equità e della legalità. Il terreno di coltura del fenomeno, infatti, è questa rete di burocrazia infedele che certifica falsità con connivenze e interessi clientelari enormi. L’opposto di quanto avrebbero bisogno i veri invalidi, vere vittime di questo sistema criminale».

Le persone arrestate: Giuseppe Cina’, palermitano, 61 anni: Nicola Cipolla, palermitano, 63 anni; Giovanni Tantillo, palermitano di 41 anni. Ai domiciliari: Alina Nicoleta Carmaz, romena, di 31 anni, Silvana Giordano, palermitana di 51 anni; Paola Pipitone, palermitano di 31 anni. Presentazione alla P. G. Vito Salvatore Abbate, trapanese, di 50 anni; Antonina Buonafortuna, palermitana, di 63 anni; Maria Citarrella, palermitana, di 57 anni, Salvatore Di Nuovo, palermitano, di 32 anni; Loreta Giammona, palermitano, di 57 anni, Maddalena Marano, palermitana, di 49 anni, Paolo Meli, palermitano, di 55 anni, Giuseppe Mignosi, palermitano di 40 anni, Giovanna Naccari, palermitana, di 68 anni, Pietro Sanfilippo, palermitano, di 62 anni, Deborah Serpa, nata in Germania, 36 anni, Andrea Tantillo, palermitano di 43 anni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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