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Aibe-Censis, Trump e Putin primi fattori d’instabilità Ue

Il rapporto 2024, per l'Italia timori sull'attuazione del Pnrr

Di Redazione |

ROMA, 07 MAG – La potenziale elezione di Trump alla presidenza Usa e una possibile vittoria della Russia in Ucraina come principali fattori d’instabilità in Europa. Con appena il 29,8% di un panel di intervistati che è ottimista e considera le elezioni come una possibile svolta nella costruzione dell’Unione europea. Sono alcuni dei risultati principali del rapporto Aibe-Censis 2024, realizzato con l’Associazione italiana banche estere, che indaga sui fattori di incertezza e le aspettative della comunità internazionale riguardo il prossimo mandato di legislatura europeo, delineandone le priorità. Riguardo l’Italia, il presidente dell’Aibe Guido Rosa evidenzia “la preoccupazione, espressa nel report, riguardo l’attuazione del Pnrr, sia per quanto riguarda la tempistica, sia per la capacità di generare un impatto significativo sull’economia e sulla società nel lungo termine”, aspetto legato “al tema delle riforme da sempre promesse e mai attuate della Pubblica amministrazione”. Inoltre – prosegue Rosa – “una seconda riflessione fa riferimento al ritorno del patto di Stabilità e Crescita, fattore di preoccupazione per il 33,3% degli intervistati. La preoccupazione maggiore, però, riguarda l’atteggiamento dei rappresentanti italiani verso le nuove regole approvate dal Parlamento europeo, atteggiamento che solleva interrogativi sulla percezione da parte della politica italiana della gravità del livello di debito pubblico”. Il rapporto, attraverso interviste condotte dal 22 aprile al 2 maggio, indica che il 35,1% del panel è favorevole a politiche di condivisione del debito pubblico a livello Ue, il 53,6% ritiene che l’emissione di debito pubblico europeo sia la strategia preferenziale per finanziare la doppia transizione ecologica e digitale e le spese per la difesa. Il 42,1% del panel non considera le elezioni europee come un elemento di discontinuità rispetto al passato, in un contesto in cui “gli attuali condizionamenti geopolitici, ovvero le guerre, la crisi energetica, l’accesa competizione tecnologica, stanno indebolendo e marginalizzando l’Europa, costringendola a un ruolo di secondo piano rispetto a Stati Uniti, Cina, e Brics mentre le pressioni interne e l’ascesa di schieramenti antieuropeisti potrebbero ostacolare le riforme e gli investimenti strategici”.

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