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L'INTERVISTA

Caro voli Sicilia, ora a vigilare c’è l’Osservatorio permanente regionale sul trasporto aereo: ecco cosa fa

Il catanese Carmelo Calì illustra i compiti del neonato organismo alcune possibile strade contro il salasso dei biglietti

Di Alessandro Leopiger |

È di pochi giorni fa l’annuncio della nascita, in ambito regionale, di un Osservatorio permanente per il trasporto. Ne fa parte anche il catanese Carmelo Calì che, nello sposare le istanze dei consumatori, spiega la funzione di tale istituzione.

Perché un osservatorio?

«Innanzitutto un dato importante. Il Decreto istitutivo parla espressamente di “Osservatorio permanente regionale per il trasporto aereo”. Quindi la scelta è quella affrontare complessivamente la mobilità con gli aerei in Sicilia, problema all’interno del quale vi è quello importantissimo del caro voli, che deve essere affrontato prioritariamente e con urgenza. Bisogna capire che l’Osservatorio ha un’importanza che va oltre il caro voli e potrà consentire di affrontare nel tempo tutte le altre questioni del trasporto aereo in Sicilia. In secondo luogo è certamente un fatto positivo, perché finalmente le Istituzioni, in questo caso la Regione, hanno capito che la questione si affronta non lamentandosi ma mettendo in atto azioni concrete. Certamente la denuncia dei salatissimi prezzi dei biglietti che i siciliani siamo costretti a pagare, ma qualcosa che vada oltre la denuncia, che da sola non basta. Infine è importante che siano stati coinvolti tutti i soggetti del settore, oltre che l’Università, perché in tal modo la questione potrà essere affrontata unitariamente e con il dovuto approccio».

Lo scorso 23 febbraio si è svolta la prima riunione. Di cosa si è parlato?

«È stata una prima riunione d’insediamento nella quale si è fatta una ricognizione di tutte le questioni da affrontare e ciascun componente ha rappresentato le proprie opinioni. Adesso vi sarà una seconda riunione nel corso della quale ciascuno formulerà in maniera più articolata le proprie proposte di lavoro. L’assessore regionale ha anticipato che la regione sta lavorando ad alcune proposte operative che comunicherà».

Cosa possono aspettarsi i siciliani?

«Sappiamo che il caro voli da e per la Sicilia è un problema antico e purtroppo sempre attuale. Ed è sempre più chiaro che il salasso che i siciliani subiscono dalle compagnie aeree non può essere derubricato, come le stesse vorrebbero, a semplice lamentela delle associazioni dei consumatori o dei passeggeri. Premesso ciò, dobbiamo aver chiaro che bisogna muoversi su due livelli: a) intervenire sul caro voli con interventi immediati che possano portare a dei primi risultati; b) programmare e promuovere un’azione complessiva di sistema che nel medio periodo risolva definitivamente il problema; perché solo questo può garantire i siciliani, a prescindere dai pur importantissimi provvedimenti nell’immediato».

Pensa che le compagnie aeree saranno disponibili?

«Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e in questo le compagnie aeree non solo sono campioni in carica ma ambiscono a mantenere il titolo. Mi auguro che prevalga il buon senso perché anche i siciliani sono loro clienti da rispettare e fidelizzare e non polli da spennare. Mi auguro che si possa percorrere la strada del dialogo. Nell’attesa che le compagnie aeree decidano di diventare virtuosi volontariamente ben vengano tutte quelle iniziative legali che possano almeno determinare un virtuosismo “indotto”, come ad esempio l’esposto all’Antitrust, che è stato opportunamente fatto. Tuttavia dobbiamo esser chiari, l’eventuale provvedimento sanzionatorio dell’Antitrust interverrà su comportamenti, che si sono verificati e può servire da deterrente rispetto ad altri, ma la questione deve essere affrontata e risolta all’origine».

La presenza di più compagnie aeree low-cost potrebbe risolvere il problema?

«Tutto ciò che genera concorrenza ed erogazione di nuovi servizi di tratte è certamente utile, ma con una consapevolezza. Anche in passato abbiamo avuto la presenza in Sicilia di diverse compagnie low-cost, non solo nel periodo della loro nascita e sviluppo».

Quale potrebbe la soluzione?

«Questo è proprio il compito dell’Osservatorio: trovare e attuare e la soluzione. Personalmente ritengo che bisogna seriamente approfondire la questione della “continuità territoriale”, come avviene per la Sardegna. E ciò senza preclusione preconcetta da una parte e senza una proposizione oserei dire “ideologica” dall’altra parte. Bisogna verificare se la “continuità territoriale” è tecnicamente realizzabile, se la risposta sarà positiva, non vedo perché non bisogna percorrere questa strada. Se si capirà invece che la soluzione è tecnicamente improponibile sarò il primo a dire che bisogna abbandonarla. Tuttavia ritengo che non possano essere valide le risposte che fino ad oggi sono state date a questa proposta e cioè che la Sicilia non sconta quell’insularità che sconta ed esempio la Sardegna perché dalla nostra regione ci si può spostare tranquillamente in treno verso l’Italia. Noi che viviamo in Sicilia sappiamo come questo motivo sia fuori dalla realtà. Ho chiesto nella prima riunione dell’Osservatorio che verga approfondita quest’opportunità e sono certo che sarà uno dei temi di lavoro».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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