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Il Mocambo di Taormina al marchio D&G? Lo Turco: «Ma non sarà una boutique»

Contatti in corso con la famiglia proprietaria del prestigioso ritrovo che rappresenta un po' la storia della città

Di Mauro Romano |

Potrebbe essere presto aperto il primo Mocambo firmato Dolce e Gabbana. Ancora non vi è nulla di certo, ma si sta registrando un certo interesse della nota casa di moda nei confronti di uno dei luoghi più esclusivi del cuore della città del centauro. Anche gli ambienti della famiglia proprietaria del prestigioso ritrovo che rappresenta la storia di Taormina, non smentiscono questo e altri contatti. Certo in tanti sono preoccupati per le sorti di un luogo che di storie della Belle Époque taorminese ne ha veramente tante da raccontare.

A chiarire l’intenzione della proprietà è stato Antonio Lo Turco. «Il Mocambo – dice – è un brand e deve riaprire come tale». Insomma sembra lontana a possibilità che in piazza IX Aprile possa vedersi presto l’inaugurazione di una boutique destinata a contrastare, magari, quella di Louis Vuitton che si trova quasi di fronte al Mocambo, ospitata da uno storico Palazzo. Non si sanno ancora i termini dell’accordo, ma si parla di una richiesta di affitto consistente e di un cospicuo budget proprio per acquisire il nome del ritrovo famoso in tutto il mondo.

Intanto, da mesi, non ci sono le luci accese del Mocambo che avrebbero dato più calore, ad esempio, anche all’albero di Natale. Non si sa, dunque, quando riaprirà il locale chiuso, a suo tempo a causa di diatribe, finite in tribunale, tra la proprietà e la società che precedentemente lo gestiva da oltre trent’anni.Com’è noto, il bar è stato fondato da Carmelo Fichera, negli anni Cinquanta e gestito per anni dell’incredibile personaggio che fu Robertino Fichera, amico ad esempio di Antonioni e Fava. Un locale frequentato dai grandi intellettuali e personaggi dell’epoca, tant’è che addirittura Tennessee Williams, ritrasse Robertino in un quadro chiamato il “Bagno sacro”. Anche Truman Capote e tutti gli americani che svernavano in Italia e in Sicilia fecero del Mocambo il loro punto di riferimento. «Il locale – conferma Lo Turco – resta e sarà il mito di Taormina. Posso dire ancora una volta che tornerà a splendere non di luce, ma addirittura di sole e fiamme. Tornerà, dunque, più splendente che mai».

Insomma il Mocambo presto potrebbe superare quella che più volte è stata definita una pausa tecnica in attesa di un futuro non ancora definitivo ma che punta decisamente al meglio. La famiglia punta alla salvaguardia di un murales che rappresenta una fetta di storia di Taormina. Il dipinto è di Cristian Bernard ed è ispirato al “Caffè Greco” di Renato Guttuso. Spiega quello che è stato il Mocambo: una sorta di mausoleo di Robertino raffigurato con il suo cilindro in testa. Ma in quella fotografia si possono riconoscere attori, ma anche Chico Scimone, Renatino Musumeci e Dino Papale.

Cresce l’attesa per una location ispirata dal trend di lusso di una Taormina, dopo il G7, scoperta dai grandi marchi che la vogliono far diventare una vetrina internazionale bagnata dal Mediterraneo e riscaldata dal fuoco dell’Etna. In tanti si sono stupiti di quelle porte sbarrate, ma si attende ancora che si possa tornare a frequentare uno dei locali che realmente ha fatto la storia di una Taormina adesso proiettata realmente verso l’extra lusso. Nel frattempo, sono confermate le previsioni sulle presenze turistiche. Sulla base dei dati che potrebbero subire ancora qualche aggiustamento, la “Perla dello Ionio” ha totalizzato nel 2023 un milione 380mila occupazioni alberghiere. Un successo per l’anno appena concluso rispetto al milione e 50 pernottamenti del 2022, primo anno del rilancio dopo i mesi bui di una pandemia che causa Covid ha di fatto dimezzato il movimento turistico taorminese.

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