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Migranti: focolaio del virus sulla Moby Zazà, 28 positivi sulla nave-quarantena ferma a Porto Empedocle

Di Redazione |

AGRIGENTO – C’è un mini focolaio di coronovirus a bordo della nave-quarantena Moby Zaza che è in rada a Porto Empedocle (Agrigento). Sono 28 i migranti, salvati in acque internazionali dalla nave Sea Watch e imbarcati sulla nave-quarantena, che sono risultati positivi al Covid-19. I tamponi sui 209 migranti presenti sulla Moby Zazà erano stati effettuati ieri mattina. La Moby Zaza è la nave che ospiti i migranti per il periodo di quarantena prima dello sbarco che l’altro giorno era stata scambiata per una nave da crociera dal viceministro dei Trasporti Giancarlo Cancelleri.

Appena ieri sera era stato reso noto che uno dei migranti sbarcati dalla Sea Watch era stato ricoverato a Malattie infettive dell’ospedale «Sant’Elia» di Caltanissetta. Inizialmente era un caso di sospetta tubercolosi. Poi l’esito del tampone aveva fatto chiarezza.

Musumeci: «Avevamo ragione»

«Ventotto migranti positivi sono sulla nave in rada a Porto Empedocle, soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile scorso dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’isola, senza poterli circoscrivere e controllare» ha affermato in un post su Facebook il governatore della Sicilia Nello Musumeci.

«Oggi si capisce meglio – aggiunge Musumeci – quella nostra richiesta. E chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione. Nelle prossime ore andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere assunte».

Nave blindata

«La nave è chiusa, blindata. Queste persone sono scese da una nave e sono salite su un’altra nave e non hanno incontrato nessuno sul territorio nazionale e adesso sono state avviate misure e linee guide che vengono dal ministero della Salute immediatamente attivate». Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, commentando la situazione.

Ha parlato a margine dell’incontro con il comitato parlamentare sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza. «Si faranno ulteriori tamponi per monitorare la situazione giorno, dopo giorno. Le criticità vanno affrontate e adeguatamente risolte». 

Le polemiche

Ma, nonostante le rassicurazioni del Viminale la polemica politica è destinata a crescere. «L’Italia non può permettersi di aprire di nuovo le porte a tutti nel momento in cui l’emergenza sanitaria non è ancora finita», interviene la presidente dei senatori di Fi Anna Maria Bernini che attacca la maggioranza di governo. Immediata la replica del sottosegretario alla Salute Sandra Zampa: «Tutelare la salute dei migranti a bordo della nave Moby Zazà significa tutelare la salute degli italiani. Mantenerli in isolamento come si fa con tutte le persone affette da questo virus significa mantenere un pieno controllo sanitario della situazione. Per questo motivo le parole di Matteo Salvini sono sbagliate e risultano ispirate alla volontà di diffondere panico nell’opinione pubblica».

Al momento il focolaio del contagio sembra circoscritto. I 181 profughi che viaggiavano insieme ai 28 positivi al tampone, per sicurezza, fra due giorni verranno sottoposti ad un nuovo test rino-faringeo per scongiurare il rischio di una positivizzazione Intanto però sarebbero stati allontanati dagli infettati.

Dalla Sea Watch fanno sapere di aver richiesto un secondo tampone per l’equipaggio, che già si era sottoposto al test prima della partenza, con esito negativo. «Le persone soccorse hanno trascorso ore, talvolta giorni, ammassate in imbarcazioni fatiscenti. Quasi tutte provengono da periodi di confinamento o detenzione in massa in condizioni disumane in Libia, dove, secondo un comunicato diffuso da International Rescue Committee, i contagi di Covid19 sono raddoppiati nelle ultime due settimane», ha spiegato Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, il cui equipaggio – a bordo della nave – resta in rada davanti Porto Empedocle. «Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per sviluppare e adattare le relative procedure sanitarie, non possiamo però sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo», ha aggiunto.

Sulla nave-quarantena «Moby Zazà» – dove fino ad oggi non si erano registrati casi di Covid-19 – erano già in sorveglianza sanitaria altri 47 migranti giunti a Lampedusa con precedenti sbarchi, anche loro sottoposti al tampone. Il gruppo si trova in un’area diversa rispetto a quella dove erano stati collocati i 210 soccorsi nei giorni scorsi. «La nave è chiusa, blindata», rassicura il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. «Le criticità – spiega – vanno affrontate e adeguatamente risolte». E Intanto a Lampedusa altri 71 tunisini sono approdati sull’isola in quattro sbarchi consecutivi nel giro di poche ore. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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