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La Sicilia e l’acqua che non c’è: urgente riparare i danni e “pescare” in fondo ai pozzi

Di Giuseppe Bianca |

Il presidente dell’Amap, Maria Prestigiacomo esprime soddisfazione per il provvedimento: «Volevo ringraziare il governo regionale, che a differenza del precedente esecutivo, non ha fatto passare un anno prima di ascoltarci, sulla richiesta da inoltrare a Roma, ma anche il governo nazionale per avere concesso questo strumento che oggi appare fondamentale e risolutivo nella situazione in cui ci troviamo». L’architetto palermitano che Orlando ha messo a capo della società, poi completa: «Aspettiamo di capire in dettaglio i poteri del commissario, le deroghe di cui potrà avvalersi e le risorse disponibili», evidenzia, sottolineando quale possa essere, in un contesto già di per sé critico, il meccanismo di facilitazione e di accelerazione per sviluppare gli interventi.

Tra gli interventi da realizzare, più nel lungo periodo, alcuni sono già dotati di copertura finanziaria, come nel caso delle rete di Boccadifalco per cui c’è già un progetto esecutivo. Questo potrebbe andare avanti con procedura ordinaria. L’argomento su cui si ragiona da settimane rimane quello della costruzione del dissalatore di rinforzo sul versante occidentale del territorio palermitano. L’ubicazione dell’impianto da poter realizzare è persino secondaria rispetto alla natura baricentrica dell’intervento; esistendo già un adduttore che va dalla Diga Poma a Palermo, in qualunque punto si prelevi l’acqua tra Palermo e Partinico, sarebbe sempre possibile attivarlo con uguale effetto.

Dopo una prima ipotesi, generica e iniziale, di 20 milioni di euro, il costo adesso appare quasi raddoppiato. Potrebbero non bastare 40 milioni di euro. Intanto si riparte dagli interventi più urgenti: dal collegamento della fonte di Presidiana con l’acquedotto di Scillato, il rifacimento del tratto danneggiato della condotta situato nello stesso territorio madonita, la requisizione e l’allaccio dei pozzi nel Palermitano, (una decina tra Palermo e provincia) oltre a una serie di accorgimenti tecnici, come le piattaforme galleggianti per poter prelevare l’acqua dalle dighe sino al fondo o quella che non è ordinariamente derivabile e quindi diversamente da così non si potrebbe utilizzare.

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