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RETROSCENA

“Totò cerca casa”: cronaca cinematografica della tormentata missione romana di Cuffaro

La Dc scaricata da Renzi, il gelo della Lega: eppure i voti dell'ex governatore fanno gola a molti

Di Mario Barresi |

La suggestione cinematografica sarà pure banale, ma è fortissima: Totò cerca casa. Eppure, viste le scene vissute ieri a Roma (e soltanto in parte raccontate da siti e agenzie) la pellicola potrebbe essere un’altra: Totò (Cuffaro, ça va sans dire) e Peppino (impersonato per l’occasione dal fedele capogruppo all’Ars, Carmelo Pace) in giro nei Palazzi capitolini per vendere la “Fontana di Trevi”. Ma non è una truffa, come nel celebre film del 1962, perché l’offerta è reale. E riguarda il pacchetto di voti della Dc: almeno 250mila in Sicilia, secondo una stima vidimata dal leader in un’intervista al Riformista che i suoi nemici hanno strumentalizzato per dargli addosso.

In affanno

Scherzi a parte: Cuffaro, adesso, è davvero in forte affanno. Rifiutato da Forza Italia, l’ex governatore s’era fidato di Matteo Renzi. «Totò, non ti preoccupare: fai andare avanti me, poi al momento giusto esci tu e non potranno dirti di no». Ma la promessa del leader di Italia Viva, dopo l’accordo con +Europa per la lista Stati Uniti d’Europa e le polemiche sui voti «controllati», è diventata carta straccia. «Al momento l’unica vicenda aperta resta quella che riguarda Renzi», s’ostina a ribadire Cuffaro nel pomeriggio. «Come già detto e ribadito non ci sarà alcun accordo con la Dc di Cuffaro per le prossime Europee», taglia corto in serata una nota di Iv. Smentendo anche l’ultima ipotesi da outlet elettorale: niente candidati dc in lista (giammai l’ex governatore) né simbolo sulla scheda, ma appoggio esterno alla renziana Dafne Musolino, ex senatrice di Cateno De Luca. Niente di niente.

E dunque Cuffaro, tradito – come alcuni amici del centrodestra gli avevano vaticinato – da Renzi, abbandona la prospettiva centrista. Tornando nel campo della sua coalizione. Più che mai minato, però. L’alternativa meno impossibile sarebbe un accordo con la Lega. «Stimo e apprezzo molto anche Matteo Salvini. Se Renzi non volesse darci l’agibilità politica di inserire il nostro simbolo insieme con il suo, sì, potremmo pensare di fare ragionamenti diversi», azzarda. Cuffaro ha ottimi rapporti con Luca Sammartino, sondato più volte in questi giorni.

Ma le posizioni restano distanti, anche se il leader dc avrebbe abbassato il livello delle richieste, inizialmente basate sulla sua candidatura in prima persona (in alternativa di un altro Cuffaro, o magari di un familiare acquisito) e sulla presenza dello scudo crociato, o quanto meno di un richiamo ai “Liberi e Forti” accanto al simbolo della Lega. La controfferta del vicepresidente della Regione sarebbe stata un posto «per una donna compatibile con la nostra lista», magari per l’uscente Francesca Donato, ex salviniana. Ma la trattativa è ferma.

L’altro sentiero

E così Cuffaro prova a battere un altro sentiero per arrivare a Salvini. Grazie al “cavallo di Troia” centrista: l’accordo della Lega con l’Udc. In mattinata, nell’ufficio di Nino Minardo, presidente leghista della commissione Difesa alla Camera, si materializza Decio Terrana. Il segretario siciliano dell’Udc gli dice che «qui c’è Totò, vorrebbe parlarti». Minardo, regista dell’asse con i centristi, rifiuta l’invito a pranzo, ma non può sottrarsi alla visita. Toc-toc: spunta l’ex governatore con Pace. Dopo l’incontro, che doveva restare top secret, la notizia filtra. «Ho incontrato i miei amici dell’Udc», conferma Cuffaro ad Adnkronos. Costringendo l’ex segretario regionale della Lega a una gelida precisazione: «Soltanto un saluto, nessun accordo politico». Del resto il progetto moderato di Minardo, che parla spesso con un altro Totò (Cardinale) e apprezza «la capacità di Raffaele Lombardo di restare dietro le quinte», non contempla la Dc , a cui anzi potrebbe soffiare qualche deputato all’Ars. Ma il tam-tam arriva alle orecchie di Salvini. Ed è il commissario regionale Claudio Durigon, in serata, a precisare che «non esiste nessun accordo con Cuffaro, né ci sono i presupposti. Non è stato un incontro ufficiale con la Lega». Un avviso anche a Sammartino?

A bocca asciutta

Il leader della Dc resta a bocca asciutta. In Transatlantico incrocia anche lo storico alleato Saverio Romano, che in Sicilia piazzerà Antonello Antinoro nella lista di Forza Italia. Cuffaro, che invece vorrebbe il “genero” Marco Zambuto, gli avrebbe proposto «un nome terzo da condividere». Ma bisogna capire che ne pensa Antonio Tajani, non proprio ben disposto a vedere che Cuffaro, fatto accomodare fuori dalla porta forzista, rientri dalla finestra di Noi Moderati. E poi in Fi s’è già accasato Lombardo. Eppure quei voti della Dc, siano 140mila o 250mila, fanno gola a molti. Che li vorrebbero, ma in segreto. Come se l’ingombrante Cuffaro fosse un amante da nascondere facilmente nell’armadio.

m.barresi@lasicilia.it

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