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Mal di testa, ne soffrono 7,2 milioni di italiani

Di Fabio Russello |

C’e’ chi spera che passi da sola, chi non esce di casa senza una scorta di analgesici o antifiammatori: l’emicrania accomuna ben 7,2 milioni di italiani, piu’ di uno su dieci, e soprattutto donne. Costretti a convivere con un problema invadente che spesso impedisce di vere una vita normale, ben tre milioni di loro abusano di farmaci, mettendo a dura prova fegato e stomaco. In attesa dell’arrivo di nuovi farmaci che promettono di rivoluzionare la vita dei pazienti, ci sono gia’ strumenti efficaci e conoscerli aiuta a evitare che il problema diventi cronico.

Il 62% degli italiani soffre di un qualche tipo di mal di testa, in particolare il 12% di emicrania e il 50% di cefalea tensiva, ovvero dovuta a stress. Eppure in Italia la malattia non e’ riconosciuta come invalidante dalle istituzioni. “Le tre forme piu’ diffuse, ovvero emicrania, cefalea tensiva e cefalea da abuso o eccesso di farmaci sono insieme al terzo posto in termini di disabilita’ tra tutte le malattie esistenti. Per questo serve una legge che la riconosca come malattia sociale”, sottolinea Paolo Martelletti, presidente Sisc. Nelle forme severe il mal di testa riduce la capacita’ a svolgere le proprie attivita’ quotidiane, sociali e lavorative, “costringendo chi ne soffre ad autosomministrarsi antifiammatori e analgesici spesso in modo improprio, cosa che fa ben il 3-4% della popolazione, con conseguenze negative sull’organismo, come ulcera duodenale ed epatite tossica”.

Intanto la patologia e’ continuamente al centro di ricerche scientifiche. Le maggiori speranze sono riposte nell’imminente arrivo di quello che e’ stato impropriamente definito ‘vaccino’. Si tratta di un anticorpo monoclonale ancora in fase di sperimentazione che, iniettato una volta ogni 4-6 settimane, previene l’insorgenza delle crisi emicraniche. In attesa pero’ le armi non mancano.

“Per i casi refrattari sono stati utilizzati per un certo periodo di tempo microinterventi chirurgici che non hanno pero’ dato il risultato sperato. Quello che invece funziona per la stragrande maggioranza dei casi cronici – conclude – sono le infiltrazioni sul capo di tossina botulinica, ma solo se somministrate ad alte dosi e da mani esperte”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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