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un nuovo format

Nü Doganae si apre alle energie positive della città: sulle orme della rigenerazione urbana e della rinascita culturale

Il Pop Up Market fa da apripista per coinvolgere i catanesi di ogni età a (ri)vivere il “vecchio” porto. «Vogliamo restituire la bellezza di questo luogo a tutta la comunità e farlo vivere non solo la sera, ma anche di giorno»

Di Francesca Aglieri Rinella |

Un centro di gravità permanente. Seguendo le orme della rigenerazione urbana. E di una rinascita culturale. È così -per utilizzare le parole del maestro Franco Battiato – quello che sarà, ma che in buona parte già è, Nü Doganae, il contenitore di eventi, meeting, musica, arte e spettacolo che si apre alla città in un format diverso per coinvolgere ogni fascia d’età.

Il nuovo progetto alla “vecchia” dogana

Di fatto è un processo di restituzione alla città della struttura della Vecchia Dogana come luogo di incontro e condivisione, ma è soprattutto il filo conduttore di un progetto nuovo che continua a contare sull’esperienza di Alessandro Scardilli, event manager e animatore della mondanità catanese, e sull’estro di Sarah Spampinato (nella foto), l’istrionica ideatrice del Pop Up Market che venerdì riaprirà i battenti proprio nel luogo in cui nacque ben 12 anni fa.

Il Pop Up Market

Quasi tre lustri per l’unico mercatino vintage della Sicilia spuntato quasi a sorpresa all’interno di una delle location simbolo della Catania ottocentesca. «Ero reduce dalle mie prime esperienze londinesi – ricorda oggi la manager – e Alessandro mi chiamò per immaginare un progetto in linea con questo luogo: l’ho realizzato inconsapevolmente, ma soprattutto senza rendermi conto dell’impatto che avrebbe poi avuto sulla città e sulla società catanese. È stato come se la gente non aspettasse altro che ritrovarsi tra le bancarelle in un luogo in cui vintage, second hand, artigianato e arte si mescolano alla ricerca di leggerezza». Nel frattempo il Pop Up Market ha fatto il giro di mezza Europa, ma per Sarah gli effetti della sua creatura sulla sua città sono probabilmente le medaglie che brillano maggiormente. «Penso alla Pescheria o a San Berillo che oggi si offrono a tutti con quella visione nata dai nostri input. Ricordo quando a San Berillo chiedemmo il permesso alle “operatrici del settore” a cui carinamente ci siamo approcciati…». Ma a 12 anni dalla prima volta il pensiero vola a chi rimase folgorata da un’idea che, all’epoca, non era un mercatino, né un evento. «Quando andai in Comune a proporre il format, il dirigente mi disse che non si poteva fare perché non avevano una modalità per collocarci. Fu l’ex assessore Angela Mazzola (prematuramente scomparsa, ndr) a impuntarsi per dare una regolamentazione alla nostra iniziativa e a permetterci di realizzare le altre edizioni. Oggi siamo qui anche grazie a lei».

Il palazzo del porto si (ri)apre alla città

Allargando la lente, affiora meglio il progetto Nü Doganae che vuole chiamare a sé le energie migliori della città. «Vogliamo restituire la bellezza di questo luogo a tutta la comunità e farlo vivere non solo la sera, ma anche di giorno». Così sono già germogliate all’interno della struttura varie attività come un’accademia di danza, una scuola di swing, una di tango, uno spazio per gli studenti che preparano gli esami o gli spazi per le convention.Ci sono poi i concerti come quello del cantautore Venerus in programma mercoledì 22 novembre e quelli di Colapesce & Dimartino o del giovanissimo rapper Nayt previsti in dicembre. E presto arriveranno altre iniziative sulle quali, un po’ per scaramanzia, gli animatori di Nü Doganae mantengono il giusto riserbo.Insomma al Pop Up Market – che in questa edizione tutta nuova si presenta anche con laboratori di yoga, masterclass di armocromia, consulenti di immagine e un talk che parlerà di donne che si occupano di sostenibilità – spetta il ruolo di apripista con «l’intento di tornare a vedere qui, i bambini che giocano o la nonna che viene a fare acquisti con la nipotina, le famiglie con i figli a giocare a pochi passi al mare» e con il proposito dichiarato di fare del palazzo della Vecchia Dogana «il laboratorio delle energie migliori e di quella Sicilia che poi portiamo in giro per il mondo».

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