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Calcio in alto mare, ora il Catania rischia di giocare a ottobre: il danno e le beffe…

Di Giovanni Tomasello |

CATANIA – Il presidente del Collegio di Garanzia del Coni, Franco Frattini, su Twitter è stato l’altra sera fin troppo chiaro. Ecco le sue parole: «Il Tar deciderà a inizio ottobre collegialmente sulla questione e fisserò immediatamente la nostra udienza se confermeranno la nostra competenza a decidere. Io lo immaginavo e perciò mi sono pronunciato contro, ma le regole impongono di seguire la procedura…». Una frase lapidaria, in risposta a un tifoso della Ternana, che fa prevedere tempi lunghi per la soluzione della questione dei ripescaggi che si è riaperta dopo la sentenza sabato mattina del Tar Lazio che ha accolto il ricorso della Pro Vercelli.

«Violazione del diritto alla difesa, come da articolo 2 del Codice di giustizia sportiva, da articolo 101 del Codice di procedura civile e da articolo 73 del Codice di diritto amministrativo»: questa è stata l’arma vincente della società piemontese e della stessa Ternana davanti ai giudici del Tar Lazio dopo la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport di ritenere inammissibili i ricorsi rimettendo così tutto in discussione.

Gli atti sono stati in questo modo “rispediti” al Collegio di Garanzia del Coni nell’attesa che anche il Tribunale federale nazionale si pronunci il 28 settembre riguardo la trattazione congiunta dei ricorsi presentate da tutte le squadre coinvolte nei ripescaggi tra le quali c’è anche il Catania. In sintesi c’è il serio rischio, in questo momento la quasi certezza se nessuno dall’alto interverrà, che il campionato per Catania, Novara, Ternana, Pro Vercelli e Siena cominci dopo il 9 ottobre sempre che tutto filerà – ne dubitiamo di fronte a questa “farsa” voluta – per il verso giusto.

Una vera vergogna, una matassa ingarbugliata con lo zampino di chi sta dietro la quinte dopo aver compiuto il “golpe” e fatto sì che la Lega di B guidata da Mauro Balata cambiasse il format della Serie B, violando la legge, da 22 a 19 squadre.Da qui si è scatenato un caos senza precedenti con cinque squadre che quasi per un altro mese non potranno scendere in campo. Tutto fin troppo assurdo e inspiegabile e che non fa onore a chi dall’alto governa lo sport, il calcio in particolare.Due campionati sono stati comunque ormai falsati, ma questo non sembra interessare a chi è chiamato a rispettare e far rispettare le regole.

I giocatori delle cinque squadre attualmente “ferme” per volere altrui, potrebbero quasi quasi tornare in vacanza: ma che fa, scherziamo? Chi ha voluto tutto questo caos non ama di certo il calcio ed è di certo un vero “puparo”. Quel che non riusciamo a comprendere è la posizione della stessa Figc che ha permesso azioni arroganti e senza alcun senso.

Ma il Catania quando giocherà? L’interrogativo piuttosto inquietante in questo preciso momento non ha una risposta ed è il colmo. I campionati di solito cominciano ad agosto e si concludono alla fine di maggio, ma questa volta le cinque squadre in attesa di sentenza, rischiano di scendere in campo a Natale come ci confidava ieri mattina un giudice che conosce la materia.

Ma come è stato possibile tutto questo? Dovremmo chiederlo a chi non rispettando la legge ha forzato la legge o magari a chi fino a ieri pomeriggio sosteneva riguardo al caso Serie B che «saranno i tribunali a decidere quel che è legittimo e cosa invece non lo è». Signor Lotito la smetta di sentenziare perché ci fa solo ridere. Ma possibile che il calcio venga gestito così precariamente? Molti tifosi delusi e amareggiati, per molti versi diventati scettici non riescono a spiegarsi il motivo del perché in oltre due mesi si è riuscito a “non decidere” con uno scaricabarile vergognoso. La risposta è una sola: questo caos è stato voluto.

E poi lo stop forzato procurerà alle cinque squadre interessate ai ricorsi, danni rilevanti, sul campo e fuori. Vertici della Figc e del Coni abbiate il pudore di dimettervi perché lo sport non si gestisce in questo modo. I “pupari” che stanno facendo morire il calcio con la loro arroganza e mania di grandezza, il voler a tutti i costi manovrare il tutto secondo i loro interessi, dovrebbero essere spazzati via quelle autorità dello sport che invece a giudicare dal loro comportamento sono schieratw dalla loro parte.

Fin da ragazzi a scuola ci hanno insegnato che nei tribunali si fanno valere le regole scritte e quelle daranno alla fine ragione a chi l’avrà e per questo va combattuta la battaglia sino in fondo. Si faccia a tal proposito chiarezza tra giustizia sportiva e ordinaria, si stabiliscano i ruoli. Un fiume di ricorsi e di aule di tribunali: il Catania per ora ha bisogno di esperti nel settore giudiziario, ma per fortuna ha un pool di brillanti legali – Gitto, Tedeschini, Chiacco e Reitano – che possono vincere la partita. Al cronista in tanti anni d’attività non era fra l’altro mai accaduto di parlare quotidianamente con l’avvocato piuttosto che con l’allenatore.

Il silenzio di Malagò. Al presidente del Coni vorremmo solo rivolgere una domanda, e cioè se non ritenga assurdo che il calcio sia sprofondato in questo modo anche a livello organizzativo. Caro dottor Malagò siamo perfino arrivati al punto di far partire una squadra per una trasferta e farla rientrare “a casa” mentre è a metà del percorso che porta al luogo dove dovrebbe giocare. Possibile mai, dottor Malagò, che non stiate comprendendo quanto sia stata illegale e pure inopportuna la decisione del commissario Fabbricini di cambiare il format della Serie cadetta? Era proprio necessario stravolgere le leggi, le regole, perché tutta questa fretta? Ma ormai il danno è stato fatto ed è pure incalcolabile perché lei dottor Malagò, abituato al look dei salotti romani, ignora pure che ci sono delle società che vanno avanti grazie ai sacrifici economici di chi le gestisce.

Anche il Catania è tra queste, ma lei ha già detto che delle «controversie giudiziarie esistenti nello sport» non è abilitato a parlare. Quali sono allora i suoi compiti? In quasi mezzo secolo di sport non avevamo mai assistito a una farsa simile e adesso speriamo che il sottosegretario di Stato con delega allo Sport Giorgetti intervenga con urgenza o che la Figc faccia marcia indietro nel rispetto delle regole.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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