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Guerra, il cannoniere che il Catania deve imbrigliare

Di Giovanni Finocchiaro |

Venti gol (uno nei play off), otto assist (due durante gli spareggi) e un movimento sul campo che non dà riferimenti. Simone Guerra è l’attaccante più temibile della C; mercoledì affronta il Catania nella gara-1 dei quarti. Lo abbiamo sentito in esclusiva.

Nelle ultime due stagioni ha sempre migliorato la mira o quanto meno la media realizzazioni. C’è un motivo dovuto alla serenità che ha trovato in questo club?

«Sicuramente la società mi ha aiutato e mi ha sempre fatto sentire la sua fiducia. Credo di aver acquisito anche più maturità in campo».

La qualificazione ottenuta ad Alessandria ha fatto parlare l’Italia intera. C’è un segreto e questo segreto è la velocità di tutto il gruppo?

«Abbiamo fatto una grandissima partita. Abbiamo messo in campo le nostre qualità, con la consapevolezza di potercela giocare anche con una grande squadra come l’Alessandria».

Simone Guerra, al Viareggio quando indossava la maglia del suo Piacenza si rifiutò contro la Reggina di segnare a porta vuota. Che cosa le è rimasto oggi di quella storia?

«Ci fu uno scontro tra difensore e portiere. Senza pensarci troppo ho calciato fuori la palla. Ripensandoci credo sia stato un bel gesto, lo rifarei sicuramente. Ci sono persone che se lo ricordano ancora a distanza di tempo. Mi fa piacere essere ricordato anche per un gol “sbagliato”».

Premio fair play: per un centravanti è una cosa speciale immaginiamo.

«Sì, è stato speciale. Il gesto è stato riconosciuto da tanti addetti ai lavori. Aveva avuto una certa risonanza a livello nazionale è stato un bell’episodio, anche perché credo nei valori sani del calcio».

Piacenza, la sua città. Ed è stato capitano della squadra dopo tanti anni in B ed è rimasto in C1. Cosa ricorda?

«Ho un bellissimo ricordo, perché col Piacenza ho esordito nel calcio professionistico dopo anni di gavetta. Mi ha fatto crescere. Purtroppo dopo l’episodio scommesse la squadra è retrocessa: avrei preferito chiudere quell’esperienza in modo diverso».

Quanto è stata importante l’esperienza con l’Entella?

«Molto. Fu il mio primo anno in doppia cifra. Poi sono andato a Venezia».

Al Sud, Benevento e Matera, ha avuto poco spazio. C’è un motivo?

«A Matera sono stati i sei mesi peggiori della mia vita calcistica. Non mi sono trovato bene. A Benevento ho fatto 6 mesi buoni e mi sono trovato bene, poi mi hanno girato in prestito».

Con i suoi 19 gol (20 con quello di Alessandria) è il cannoniere più prolifico della Serie C. Rimpiange il fatto di non essere rimasto in B?

«Non lo rimpiango, anzi è da stimolo per fare sempre meglio».

Chi è il ragioniere Guerra? Studi, passioni, amicizie….«Ho abbandonato gli studi dopo il diploma. Sono un ragazzo tranquillo, sposato. Non ho particolari hobby: tra un allenamento e l’altro passo il tempo con moglie e amici».

Gli allenatori a cui è maggiormente legato, escludendo Toscano…

«Con Serena ho lavorato quattro anni. Ho vinto anche un campionato a Venezia. A Piacenza sono stato allenato da Pioli e da Ficcadenti, dei quali porto un buon ricordo».

Compagni di squadra da cui ha imparato: per esempio Cacia e Graffiedi di cui era riserva a Piacenza.

«Cacia è quello che mi ha insegnato più di tutti. Credo che sia uno dei migliori attaccanti in B. Ho imparato parecchio da lui e ho cercato di rubargli i segreti. Oltre a Graffiedi ho giocato anche con Moscardelli, attaccante fortissimo per la categoria. Mi ha dato tanto anche lui».

Il rapporto con Toscano, sul piano tattico e su quello personale.

«Credo che negli ultimi due mesi sia nato un grande rapporto anche a livello di squadra. Ha messo a posto uno spogliatoio che aveva qualche problemino. Credo che i risultati lo stiano dimostrando».

Il tandem d’attacco che forma con chi le gioca al fianco è vario, sembra perfetto.

«Mi trovo bene con tutti. Sia con Ferretti che con Marchi avevo giocato anche in passato, poi ci sono tante altre punte in gamba».

Il Catania non l’ha mai incontrato.«Sarà la mia prima volta».

La Feralpisalò è la vera sorpresa della Serie C: ma la società ha programmato le cose da tempo per benino.

«Il rapporto col presidente è ottimo. Ha sempre creduto in me. Sono qui da tre anni anche per la stima di una società sana, ambiziosa e molto ben organizzata. La città mi ha accolto nel migliore dei modi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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