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Il Catania in B!, la gioia del patron: «Torniamo dove meritiamo»

Di Giovanni Tomasello |

CATANIA – In una Catania ancora sonnolenta per aver festeggiato fino a notte inoltrata, lui mattiniero per natura e anche per il suo innato spirito imprenditoriale, alle 8 è già in pieno movimento come se fossero già le 10. Nino Pulvirenti, il presidente degli 8 campionati di fila dei rossazzurri in Serie A, ci rivolge uno di quei suoi sorrisi ironici e scacciapensieri. «Cosa è accaduto di tanto importante – dice subito il patron della società etnea – per una simile levataccia. Non è che c’è di mezzo il Catania?…». Lo fissiamo negli occhi e il patron adesso ride liberamente ma non vorrebbe aggiungere altro forse perché ormai si è abituato ai lunghi silenzi e a restare – ma solo ufficialmente – dietro le quinte perché Pulvirenti il Catania non lo ha mai lasciato, anzi forse è meglio dire abbandonato neanche dopo quella “tempesta” di tre anni fa. E così appena gli è stato permesso, ha seguito gli allenamenti della squadra quasi tutti i giorni.

Si fa serio a questo punto il proprietario del Catania Calcio che virtualmente ha riconquistato la Serie B e il suo sorriso si trasforma in una espressione eloquente, nel suo volto sono ben visibili i segni lasciati da una sofferenza forse non ancora del tutto superata e del resto non potrebbe essere altrimenti. Insistiamo quel po’ che basta ed ecco che Nino Pulvirenti parla a cuore aperto. Come è giusto che sia: «Spero che la sentenza di martedì rappresenti la fine del disagio che ho provato in questi anni dopo quello che era accaduto, ma quanti mi conoscono e quei pochi che mi sono rimasti vicino in certi momenti veramente amari, sanno bene che io non mi sono mai tirato indietro assumendomi tutte le mie responsabilità. Sì, si sta male a restare lontano da uno stadio in cui si sono vissuti momenti gloriosi, ma il Catania è sempre rimasto dentro di me e credo di averlo dimostrato».

Vuole dire che non sono mancati i momenti di totale scoraggiamento?

«Esattamente. Ci sono nella vita situazioni in cui si può reagire nella maniera sbagliata, ma mi sono fatto forza e in questo mi ha probabilmente aiutato il mio carattere che porta a sdrammatizzare e intravede un filo di positività quando tutto appare oscuro. Si deve sempre ripartire».

Ma martedì sera quando è arrivata la lieta notizia da Roma cosa ha provato?

«Una grande emozione difficile da spiegare, sa quando la gola si serra per la felicità e viene la pelle d’oca, qualcosa di simile, non mi faccia commuovere adesso».

La sua storia, o meglio quella del Catania conferma che c’è sempre uno spiraglio che si apre nell’oscurità….

«Non abbiamo mai mollato e soprattutto non abbiamo perso la testa quando… lasciamo perdere».

C’è stato un risanamento societario con Lo Monaco e Franco protagonisti. Dietro però c’è stato sempre lei, compreso quell’ultimo pagamento di un milione e 200 mila euro tra i 700 mila euro a fondo perduto e la doppia fideiussione. Un altro atto d’amore. Probabilmente non avrà dormito per qualche notte….

«Non fa nulla, a me interessa solo che il Catania torni lì dove doveva restare tre anni fa. Sa, io preferisco aspettare che il nostro ripescaggio sia ufficializzato, non si sa mai…. Nella vita non si finisce mai d’imparare. Voglio vedere il calendario, la prima partita e via di seguito. Poi entrerò magari nei dettagli di quel che ho passato e ci sarà tanto da dire o forse meglio ci sarà solo da guardare avanti».

Il patron del Catania si ferma qui anche perché il cellulare continua a vibrare sul tavolo e la sua giornata sarà sicuramente più lunga delle altre. Ed è lui stesso ad anticiparci che in serata sarebbe tornato dopo 4 anni allo stadio Massimino, un altro momento di grande emozione. Un’esperienza già provata, lui il presidente di quel Catania che per anni ha fatto tremare gli squadroni è tornato appunto ieri sera al Massimino accolto in Tribuna A da un lungo applauso che si commenta da solo. Vorrei dirle bentornato Pulvirenti, ma pensandoci bene non è possibile. Perché il patron rossazzurro è al timone del Catania ormai da 14 lunghi anni. Un capitano vero non abbandona mai la nave che sta affondando.

FOTO FILIPPO GALTIERICOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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