Notizie Locali


SEZIONI
Catania 20°

Atletica

L’Italia multietnica che vince vista da Totò Antibo

L'ex grande campione del fondo mondiale analizza le prestazioni degli azzurri e lancia un monito: <Ora occorre confrontarsi ad alti livelli>. Agli Europei di Monaco 11 podi da una squadra azzurra composta per il 30% da atleti di origine stranieri e sul podio Osama Zoghlami, tunisino di nascita, ma siciliano d'adozione

Di Lorenzo Magrì |

L’Italia che corre, che lancia e che salta è tornata e guarda con fiducia ai Giochi di Parigi 2024. Gli Europei di Monaco hanno confermato il buon momento di un movimento che arrivava alla rassegna continentale tedesca con i cinque ori vinti nel 2021 ai Giochi di Tokyo da Marcell Jacobs (100), “Gimbo” Tamberi (alto), Massimo Stano e Antonella Palmisano (20 km di marcia) e la 4 per 100 (Lorenzo Patta, Jacobs, Fausto Desalu, Filippo Tortu).

A Monaco sono arrivati 11 podi (tre ori con Marcell Jacobs sui 100, “Gimbo” Tamberi nell’alto e Yeman Crippa sui 10.000; l’argento sui 3000 siepi di Ahmed Abdelwahed e di Andrea Della Valle nel triplo e il bronzo dello stesso Crippa sui 5000, del palermitano Osama Zoghlami sui 3000 siepi; di Filippo Tortu sui 200, Sara Fantini nel martello, Matteo Giupponi nella 35 km di marcia e la staffetta 4 per 100 donne con Zaynab Dosso (finalista nei 100), Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese, da una squadra azzurra più che mai multietnica.

Dall’oro di Marcell Jacobs, nato a El Paso negli Stati Uniti, da madre italiana e padre statunitense a quello di Yeman Crippa, nato in Etiopia e poi adottato nel 2001 da una famiglia italiana, passando per i due gemelli Ala Osama Zoghlami arrivati a due anni dalla Tunisia a Valderice per poi trasferirsi a Palermo alla corte di Gaspare Polizzi il tecnico di Totò Antibo, che li ha plasmati e lanciati in orbita, il 30% dei 98 azzurri e azzurre in gara agli Europei ha origine straniera.

Quanto a Crippa, un fastidio al piede destro aveva negato la partecipazione ai Mondiali di Eugene. Amareggiato, Yeman aveva spostato l’obiettivo sugli Europei dell’Olympiastadion, e i risultati gli hanno dato ragione. Prima il bronzo dei 5000, poi la gloria del titolo continentale, sulla distanza in cui era stato 8° ai Mondiali di Doha tre anni fa con il record italiano (27’10”76) tolto al grande Totò Antibo. «Sono super contento – le parole di Crippa, 26 anni a ottobre – che adesso c'è anche il mio nome, insieme a grandi campioni come Cova, Mei e Antibo, tra gli ori d’Europa dei 10.000 metri. Finalmente ho vinto anch’io, e comincio a scrivere la mia di storia. Ora mi godo questa medaglia, poi con il mio allenatore Massimo Pegoretti cercheremo di capire come raggiungere i rivali che ho davanti. Ho vinto in Europa, ma il Mondiale e l’Olimpiade sono un’altra cosa».

E da Palermo, Totò Antibo, ha seguito come sempre con interesse le gare degli azzurri che agli Europei ha regalato nel 1990 due eccezionale perle con il doppio oro 10.000 e 5.000 a Spalato che rimarrà nella storia insieme ad altri epiche sfide a livello olimpico (argento sui 10000 ai Giochi di Barcellona 1988 e bronzo sui 10.000 agli Europei di Stoccarda 1986 dietro a Stefano Mei e Alberto Cova). Totò Antibo, il grande fondista palermitano, oro sui 10.000 e oro sui 5.000 (dopo essere caduto alla partenza, rialzandosi e riprendendo e staccando tutti) agli Europei di Spalato 1990, sembra così aver trovato il suo erede nell’Italia che corre: Yeman Crippa.

«Mi ha già tolto i record italiani – ci dice Totò – migliorando con 13’02”26 il mio primato sui 5000 di 13’05”95 e con 27’10”76 sui 10.000 ha fatto meglio del mio record di 27’16”50 e a Monaco è stato un grande. Ho fatto i complimenti a Crippa, ai due gemelli Ala e Osama Zoghlami che ho visto crescere e andare in orbita da Palermo grazie al mio allenatore Gaspare Polizzi che ancora a 79 anni riesce a compiere grandi imprese. E un bravo a tutta la squadra anche e ho detto a tutti di non avere paura a confrontarsi ad alti livelli».

«Mi dispiace infatti che per vari motivi – continua Antibo – sia Crippa che i due Zoghlami e altri atleti azzurri abbiano rinunciato ai Mondiali per dedicarsi solo all’appuntamento continentale. Non so i motivi, ma voglio dire a tutti i ragazzi azzurri che serve confrontarsi con il “mondo” per diventare grandi. Specie nel fondo serve confrontarsi con i campioni africani che trovi a Olimpiadi e Mondiali e anche nei grandi meeting, quindi spero adesso che molti degli azzurri protagonisti agli Europei tornino in pista e in pedana per chiudere la stagione con gare di alto livello».

Parola di Totò Antibo che è stato l’unico “bianco” a tenere testa negli anni ‘90 ai campioni africani.

Approfondimenti sul giornale in edicola oggi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: