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Mariupol, i video girati dalla 15enne Alena come un film “horror”

La ragazza era rimasta in un primo tempo a casa, così come altri suoi amici, per documentare ciò che stava accadendo 

Di Redazione |

«Guardate, è tutto distrutto. Qui potreste girare un film horror». Quando a fine febbraio i russi sono arrivati alle porte di Mariupol, gran parte degli abitanti si sono nascosti nei bunker per sfuggire ai bombardamenti. La 15enne Alena Zagreba e i suoi amici, invece, sono rimasti nelle loro case, filmando e raccontando quello che stava succedendo nella loro città, ormai quasi totalmente nascosto agli occhi del mondo. Video diffusi su YouTube e i social network che hanno permesso di documentare alcune delle giornate più drammatiche nel centro strategico sul mar d’Azov, su cui continua l’assedio delle truppe di Mosca. 

«Non è facile spiegare ai tuoi parenti come tutto è stato distrutto. Così l’ho dovuto filmare», ha raccontato al Guardian Alena, che dopo due settimane sotto i bombardamenti è riuscita a scappare con la madre, prima raggiungendo Zaporizhzhia e poi rifugiandosi in Lussemburgo, mentre il padre è rimasto in Ucraina per il divieto di espatrio degli uomini adulti sotto i 60 anni. «Questo è il risultato della scorsa notte: le nostre finestre esterne sono rotte. Dormiamo in corridoio», dice l’adolescente in uno dei video in cui mostra gli effetti dei raid. «Ora sono le 11 di sera, il quarto piano è in fiamme dalle 10. Papà è andato a chiamare i pompieri». 

Dopo che i bombardamenti hanno reso invivibile il suo palazzo, è sopravvissuta passando con la famiglia da una casa all’altra. «E' caduta una bomba», spiega inquadrando un edificio in fiamme di fronte al suo, mentre un’altra registrazione mostra i danni a un ospedale, al cui ingresso compare una macchina bruciata. Durante i giorni più duri, Alena faceva sciogliere la neve per procurarsi l’acqua, distraendosi facendo un piccolo pupazzo di neve, mentre i genitori cucinavano su bracieri di fortuna all’aperto. «Il rumore delle esplosioni era molto forte. Ci siamo nascosti in corridoio. E poi – spiega – i miei nervi sono crollati». Fino all’ultimo giorno in città, però, non ha smesso di filmare. «Questo – mostra in un altro video – è il cortile in cui passeggiavamo. Ora è un campo di battaglia, solo un campo di battaglia».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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