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Leonardo Caffo: «La filosofia va applicata agli spazi di vita»

"Fragile Umanità" del giovane filosofo catanese, in linea con il progetto "Waiting Posthuman Studio", concepisce le teorie in sinergia con architettura, arte e design

Di Maria Enza Giannetto |

«In fondo, pur essendone venuto fuori astronomicamente, dalla visione tolemaica l’essere umano, metaforicamente, non è ancora uscito. Il postumanesimo critica l’antropocentrismo e tratteggia un’altra umanità in cui non ci sono differenze tra gli esseri viventi». Sono questi alcuni dei cardini su cui poggiano le teorie che il filosofo catanese Leonardo Caffo, classe 1988, ha elaborato negli ultimi anni. Teorie come quella dell’antispecismo debole (Il maiale non fa la rivoluzione. Manifesto per un antispecismo debole, Sonda 2013) e del postumano contemporaneo (su cui si basa il libro Fragile umanità, appena pubblicato per Einaudi) che hanno permesso allo studioso, docente di Ontologia e Teoria del Progetto al Politecnico di Torino (oltre che di Scrittura non-creativa alla Scuola Holden di Torino e Curatela II al Dipartimento di Arti Visive della NABA a Milano), di essere considerato uno dei filosofi più promettenti d’Europa.

Fragile Umanità«Al contrario di La vita di ogni giorno (Einaudi, 2016) che era un libro per tutti con implicazioni per filosofi, Fragile umanità è un libro per filosofi con implicazioni per tutti», ammette Caffo che stavolta, dopo alcuni libri più “leggeri”, in linea con la sua crociata per una filosofia accessibile a tutti e al servizio della vita quotidiana, ha alzato il tiro mettendo nero su bianco alcune dei pilastri filosofici su cui poggia anche il suo progetto Waiting Posthuman Studio. «Waiting Posthuman Studio – spiega Leonardo Caffo – è un collettivo, un’unità di ricerca interdisciplinare che si basa sulla convinzione che la filosofia debba necessariamente lavorare con architettura, arte, e design. L’idea è che molte delle teorie filosofiche non debbano trovare applicazione nelle scienze pure e nelle argomentazioni, ma nella vita artistica e negli spazi di vita. Un progetto, sposato dall’architetta Azzurra Muzzonigro e dall’artista Laura Cionci, che portiamo avanti tra Milano e Torino e che lavora per la costruzione dell’immagine dell’essere umano che verrà, che sarà diversa da quello antropocentrico, specista, distruttore e violento che è oggi».

Alla base di tutto c’è sempre il superamento dell’antropocentrismo. «La critica dell’umanesimo – dice il filosofo catanese – e di quella visione dell’uomo che può regolare il mondo a suo piacimento è ormai assodata. Non bisogna però confondere il post umanesimo con il trans umanesimo, quel movimento non solo non rinnega l’antropocentismo ma si spinge addirittura oltre e attraverso l’immaginario di implicazioni tra arte visiva, chirurgia plastica e ingegneria genetica si muove verso la possibile esaltazione del super-io che può superare qualunque limite imposto dalla vita. Il post umano è, invece, volto a riposizionare l’umanità in uno schema integrato nella Natura, verso un superamento dell’antropocentrismo, con un cambiamento di rotta che armonizzi la vita di tutti gli esseri viventi e costruisca una nuova narrazione per il nostro futuro».

Di questa visione dell’umanità, Caffo parlerà durante due lezioni aperte (giovedì 16 e sabato 18 novembre a partire dalle ore 8) all’Università degli Studi di Catania ospite del Laboratorio di Etica e Informazione Filosofica, e poi sabato18 novembre alle 19.30 alla Libreria vicolo Stretto di Catania. «Sono molto contento – aggiunge il filosofo – per questi due seminari a Catania. Di recente sto cercando di spostare alcune delle mie attività di nuovo in Sicilia perché, confesso, che dopo dieci anni fuori, tra lo studio a Milano e il lavoro a Torino, comincio a sentire il richiamo delle mie radici. Intanto, il prossimo anno insegnerò a Siracusa al Made program, un percorso di laurea di respiro internazionale all’Accademia delle Belle arti. E poi ho un sogno nel cassetto: costruire, in futuro, una piccola residenza per artisti, filosofi e scrittori in Sicilia. Ho già individuato qualche luogo nel Siracusano e nei prossimi anni vorrei capire la fattibilità, perché sono convinto che la permanenza di studiosi internazionali sull’Isola potrebbe contribuire a stimolare lo sviluppo della nostra terra».mariaenzagiannetto@gmail.comCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA