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Catania Bene Comune attacca Pogliese: «Aeroporto resti pubblico gravi le sue parole»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – «Il giusto no alla privatizzazione dell’aeroporto è stato ratificato il 4 aprile dal Consiglio Comunale che ha approvato a larga maggioranza una mozione contro la vendita. Una mozione che “impegna il sindaco” a intervenire direttamente affinché né il Comune, né la Città Metropolitana, né la Regione, né il Governo consentano la privatizzazione dell’aeroporto». Lo scrive in una lunga nota il movimento “Catania bene comune” che attacca direttamente Pogliese e lo invita a fare marcia indietro. «Anche alla luce dell’approvazione di tale mozione – aggiunge il movimento – appaiono gravissime le dichiarazioni del sindaco che sul giornale “La Sicilia” ha detto di voler ignorare il Consiglio, dichiarando che “il Comune continua a essere favorevole alla privatizzazione dell’aeroporto” e derubricando la mozione a un’inutile preoccupazione circa la vendita del 2% delle azioni in SAC. Se il sindaco non ha letto la mozione approvata farebbe bene a leggerla, a prenderne atto e a correggere immediatamente le dichiarazioni rilasciate, rimettendosi alla volontà del Consiglio contrario, come scritto e approvato, non solo alla vendita della partecipazione comunale in SAC ma all’intero processo di privatizzazione.

Se invece il sindaco ritiene di poter ignorare gli indirizzi e la volontà dell’intero senato cittadino siamo di fronte a dichiarazioni di ancor maggiore gravità che delegittimano il Consiglio e con esso la città intera. Si tratterebbe di un comportamento eversivo inaccettabile, funzionale solo agli opachi interessi di chi vuole speculare sulla vendita di un bene pubblico. Pogliese è obbligato a rimettersi alla volontà del Consiglio di mantenere interamente pubblico l’aeroporto anche nella sua veste di sindaco della città metropolitana, in quanto tale incarico è indissolubilmente legato al corpo elettorale che lo ha eletto sindaco».

Il sindaco nella nostra intervista pubblicata sabato ha detto di ritenere «la privatizzazione una strada assolutamente obbligata, in un momento in cui lo scalo etneo è in grandissima crescita e per questo necessita di alcuni investimenti molto importanti che i soci non sono in grado di garantire». Ha anche aggiunto che la mozione è un atto di indirizzo e non un documento vincolante e ha concluso che «il Comune non cederà le sue quote».

«L’aeroporto – continua Bene comune – appartiene oggi alle cittadine e ai cittadini. È un’infrastruttura indispensabile per il territorio, garantisce il diritto alla mobilità delle persone, è l’unica che assicura continuità territoriale con il resto d’Italia e d’Europa, un’infrastruttura strategica per il benessere e il progresso della Sicilia e che attrae investimenti pubblici. L’aeroporto è un’azienda sana che fa utili, un bene comune del nostro territorio. E gestito dalla società al 100% pubblica SAC. Le quote SAC appartengono alla Camera di Commercio del sud est Sicilia, ente pubblico, per il 66,12%, alla città metropolitana di Catania per il 12,24%, all’ex provincia di Siracusa, per il 12,24%, all’IRSAP, ovvero alla Regione Sicilia, per il 12,24% e al Comune di Catania per il 2,04%. La proposta di vendere ai privati è assurda e sbagliata. La gestione pubblica dell’aeroporto, che anzi andrebbe ampliata favorendo una partecipazione ancora maggiore degli enti e dei cittadini, garantisce il nostro territorio ed è occasione di ricchezza per le comunità locali. È davvero inspiegabile, se confidiamo sulla buona fede degli attori istituzionali, la volontà dei vertici della Camera di Commercio e di parte delle Istituzioni di vendere quote dell’aeroporto. Un’eventuale vendita priverebbe il territorio e la comunità del controllo sull’infrastruttura, metterebbe a rischio i posti di lavoro diretti e dell’indotto, al solo fine di fare arricchire grandi gruppi finanziari internazionali e probabilmente qualche faccendiere locale. Un aeroporto pubblico è uno strumento per arricchire il territorio; un aeroporto privato viene tenuto aperto solo al fine di generare alti profitti a chi lo possiede. Nessuno può arrogarsi il diritto di mettere in vendita un bene comune».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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