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Catania, bilanci taroccati al Comune: chiesto

Catania, bilanci taroccati al Comune: chiesto rinvio a giudizio per l’ex sindaco Stancanelli

Sott’accusa anche altri sei ex amministratori e dirigenti comunali

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – La Procura di Catania nei giorni scorsi ha trasmesso all’Ufficio del Gip la richiesta di rinvio a giudizio per sei fra ex amministratori e dirigenti del Comune di Catania, in carica dal 2009 al 2011, con l’ipotesi di accusa di falso ideologico e falsificazione dei bilanci comunali degli anni 2009, 2010 e 2011. La richiesta sarebbe stata firmata dal sostituto procuratore Alessia Minicò che già lo scorso settembre aveva inviato un avviso di garanzia a una ventina di amministratori e funzionari in merito proprio ai Bilanci finiti sotto indagine perché c’era il sospetto che fossero stati alterati mediate l’utilizzo di poste di bilancio ormai inesigibili.

La richiesta di rinvio riguarderebbe l’ex sindaco, Raffaele Stancanelli, gli ex assessori al Bilancio Roberto Bonaccorsi, attualmente sindaco di Giarre, e Gaetano Riva (in carica nella prima Giunta Stancanelli). E inoltre il responsabile della Ragioneria generale al momento dei fatti, Giorgio Santonocito, oggi direttore generale dell’ospedale Garibaldi, e i dirigenti comunali Alessandro Mangani, all’epoca comandante del Corpo della Polizia Municipale, e Pietro Belfiore, attuale comandante di vigili urbani e sotto la sindacatura Stancanelli, per un anno, direttore della Ragioneria. Il Pm avrebbe richiesto l’archiviazione per altri 13 dirigenti comunali finiti nel mirino della magistratura nell’ambito del procedimento avviato.

Il Pm durante i mesi di indagini avrebbe appurato numerose anomalie nella composizione dei bilanci sotto inchiesta. E tra queste in particolare si sarebbe soffermato sui dati relativi a ingenti quote di residui attivi risalenti nel tempo e di dubbia esigibilità, per un importo complessivo che supererebbe i 200 milioni di euro. E poi debiti fuori bilancio per altre svariate decine di milioni sui quali non sarebbero state indicate le relative coperture. E ancora disallineamenti contabili, oltre una ventina di milioni, nell’ambito di voci di bilancio dalle quali non emergeva la loro natura di passività.

A Stancanelli, agli altri amministratori e dirigenti il Pm avrebbe contestato nel fascicolo inviato al Gip di aver partecipato, ognuno secondo le loro responsabilità contabili, a non rendere nota la reale situazione economico-finanziaria del Comune, procedendo a modificare alcune poste di bilancio inesigibili allo scopo di rendere in equilibrio i bilanci comunali del 2009, 2010 e 2011, con il preciso obiettivo di evitare il dissesto e l’avvio delle procedure tecnico finanziarie con la dismissione delle Partecipate e lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale, oltre all’ineleggibilità per 5 anni degli amministratori che avrebbero dichiarato il dissesto.

Va aggiunto che nel 2012, nell’ambito di stesura del Piano di rientro finanziario, denominato anche dissesto tecnico, sotto il controllo della Corte dei Conti, la Ragioneria del Comune aveva provveduto a cancellare dal Bilancio di quell’anno 140 milioni di residi inesigibili, depositandoli nel conto Patrimonio del Comune, rendendo il Bilancio meno gravato da poste difficilmente recuperabili.

La notizia della svolta nell’inchiesta era nell’aria già da diversi giorni e di questa indagine aveva parlato espressamente anche il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, asserendo che a Riscossione, sino al 2010, ci sono cartelle esattoriali iscritte a ruolo per 28 milioni di euro, ma appartenenti a persone decedute. Fiumefreddo aveva detto che «proprio su queste poste inesigibili c’è in corso una indagine della magistratura a carico della Giunta Stancanelli».

Stancanelli: «Non c’è reato»

L’ex sindaco, che ha riferito di aver appreso la notizia dalla stampa – ovvero dal nostro giornale -, ha affermato che  «Se la notizia di richiesta di archiviazione di tutti dirigenti comunali, come scrive il giornale fosse confermata»  ne sarebbe «estremamente lieto non soltanto per loro, ma anche perché ciò significherebbe che è caduto il 90% di quanto contestatomi a suo tempo in concorso con tutti i suddetti dirigenti. È ovvio che non vi può essere concorso se non è stato commesso il reato!». In realtà però nell’inchiesta sono rimasti gli ex assessori al Bilancio, l’ex responsabile della Ragioneria comunale e altri dirigenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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