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Crocetta, gli uccelli e lo sfratto Felici feste a Palazzo d’Orléans

Crocetta, gli uccelli e lo sfratto Felici feste a Palazzo d’Orléans

La sentenza del Cga ha sancito che il Parco ornitologico del palazzo sede del Governo non si tocca

Di Mario Barresi |

Gli uccelli, per adesso, Rosario Crocetta dovrà tenerseli. Almeno fino a dopo le feste. Nel parco di Palazzo d’Orléans, da dove il governatore voleva farli sloggiare. Pappagalli, anatre; ma soprattutto la tortora pugnalata e il cacatua dal ciuffo giallo, uno degli esemplari più rari fra gli oltre mille del giardino che li ospita dal 1954. «Costano mezzo milione l’anno, uno spreco incredibile: se ne occuperanno i forestali», sbottò nel 2013 durante la conferenza stampa del suo mitico “pacchetto Tsunami”. Aprendo una polemica ornitologico-politica che occupò per giorni le pagine dei giornali nazionali. E da lì cominciò una contesa giudiziaria con Salvatore Lauricella, proprietario dei volatili e destinatario dei contributi (284mila euro nel 2012). Il ragioniere minacciò di far “volare” i pennuti in Germania e in Olanda. Ma Crocetta lo spiazzò: gli riconobbe la proprietà di 1.200 sui 1.400 esemplari censiti, ma invitò l’azienda a lasciare il parco. Il Tar di Palermo aveva dato ragione alla Regione con un’ordinanza cautelare di «intimazione allo sgombero di voliere e area servizi nel parco faunistico Villa d’Orleans». Ma Lauricella ha fatto ricorso al Cga. Che ha accolto la sospensiva: giù le mani dagli uccelli della Presidenza. Non si possono spostare. Nemmeno nelle more della decisione sul merito, per gli «effetti irreversibili ed irreparabili tali da non consentire neppure di attendere il tempo intercorrente tra il deposito del ricorso e la prima camera di consiglio utile, che nella fattispecie è calendarizzata per il prossimo 13 gennaio 2016». Il presidente del Cga, Raffaele Maria De Lipsis argomenta la scelta, confermando la «rappresentata oggettiva difficoltà a spostare la popolazione faunistica – ritenuta di pregio e di rilievo internazionale – in altro sito idoneo ad ospitarla». Ma, in base ai documenti presentati da Lauricella, punta il dito anche sull «carenza – allo stato – di una definitiva e convincente opzione che risolva l’affidamento della gestione del Parco D’Orléans». E dunque, essendo riscontrati i «profili di gravità ed irreparabilità del danno per l’incolumità ed il benessere degli animali da trasferire», i pennuti resteranno lì dove sono sempre stati. Accanto al più illustre Inquilino, indenne dall’ennesima mozione di sfiducia. A Palazzo d’Orléans, adesso, saranno in molti a festeggiare il Natale e soprattutto il mancato sfratto: Rosario, la tortora pugnalata, il cacatua dal ciuffo giallo. E tutti gli altri. twitter: @MarioBarresi

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