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Cateno De Luca su Fb: «L’arresto? Mi avevano avvertito. Vi offro il caffè del galeotto»

Di Redazione |

“Vi offro il caffè del galetto”. Lo ha scritto in un lungo post su Facebook Cateno De Luca, il deputato regionale arrestato 48 ore dopo essere stato eletto per una presunta maxi evasione fiscale.

“Sapevo – ha scritto – che mi avrebbero arrestato. Perché già certi ambienti mi avevano avvertito. Ed oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione. Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle 7:25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza. Io li aspettavo da qualche giorno. Io sto bene. Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende. Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni. Posso solo dirvi che i fatti contestati risalgono al periodo 2007 – 2012 per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il CAF FENAPI ad evadere il fisco e quindi non sarei io l’evasione ma il CAF FENAPI di proprietà della FENAPI che ha oltre 300 mila soci».

«Dedico questa ulteriore battaglia – ha aggiunto – ai perseguitati dall’ingiustizia che non hanno avuto la forza ed i mezzi per ottenere giustizia. Preservate il nostro meritatissimo ed onestissimo successo elettorale dagli attacchi dei medesimi ambienti che già sapevano del mio arresto. La richiesta risale al 10 gennaio del 2017 e il gip per motivi a noi non troppo ignoti ha firmato l’ordinanza di arresto il 3 novembre 2017. Io avevo annunciato la mia candidatura a sindaco di Messina il primo gennaio del 2017 in piazza municipio a Santa Teresa di Riva. Pregate per me e per la mia famiglia e per gli altri indagati che nulla c’entrano in questa storia».

«Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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