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Comune di Taormina, «mancano all’appello 15 milioni di euro»

Di Mauro Romano |

Taormina. «La città del Centauro, malgrado tutto, è una cittadina virtuosa dal punto di vista dei conti, ma mancano all’appello 15milioni di euro, che non riusciamo ad incassare». Lo afferma l’assessore alle Finanze, Salvo Cilona, dopo la relazione del revisore dei conti, Gabriele Pagano, sul bilancio consuntivo 2015 che ha evidenziato un disavanzo di amministrazione di 2 milioni e 444 mila euro per quanto riguarda l’esercizio finanziario relativo al 2015.

«Si tratta – ha spiegato Cilona – di prestare attenzione alle situazioni pregresse, fermo restando che allo stato attuale abbiamo messo in atto una gestione molto oculata della cosa pubblica, riservando priorità come alla raccolta dell’immondizia. Un settore, questo, dove non si può abbassare la guardia. Certo, bisogna cercare di recuperare il possibile, anche se sarà estremamente difficile. Non abbiamo, per esempio, previsto in bilancio i soldi degli introiti sulla percentuale di incassi del Teatro Antico. Abbiamo avuto, di recente, un incontro a Palermo con le altre comunità che sono nelle nostre stesse condizioni, ma non credo che per l’immediato vi siano spiragli. Inoltre, bisogna affrontare il problema del pagamento dell’acqua. Spesso i contribuenti non pagano la bolletta, ma una sofferenza importante si registra nelle attività alberghiere e commerciali». In sostanza, sulla carta, Taormina ha i conti a posto, ma poi i soldi materialmente in cassa non ci sono. E, allora, in queste giornate verrà, per esempio, messa in atto un’azione di recupero, come quella già annunciata nei confronti del Comune di Castelmola che deve, stando alle stime di Palazzo dei Giurati, una somma di quasi 300mila euro a seguito di una fornitura idrica mai versata.

Questa è una prima azione, ma si sta pensando anche ad un recupero nei confronti dei contribuenti relativi agli ultimi sei anni. Insomma, si va avanti verso un’azione “a tappeto” per fare in modo che la cittadina turistica abbia la reale possibilità di agire sulle problematiche mai risolte. Per esempio, la tassa di soggiorno da due milioni di euro all’anno viene spesa con molta parsimonia, anche se in effetti dovrebbe servire ad azioni importanti come quella di promozione del territorio o la sistemazione di alcuni punti degradati. Tutto rimane, adesso, nella sfera delle cose da fare ma non è detto che queste possano essere messe in atto perché, senza soldi in tasca, si va avanti poco o niente.

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