Notizie Locali


SEZIONI
Catania 17°

Siracusa, i bagliori e le penombre dell’arte a proposito dell’Aida

Siracusa, i bagliori e le penombre dell’arte a proposito dell’Aida

Questa Aida ha realizzato un felice incontro tra diverse concezioni dell’arte scenica

Di Sergio Sciacca |

Un pienone di pubblico che ha messo a dura prova la viabilità e i parcheggi del parco archeologico. Uno spettacolo dalla concezione unitaria, firmata con intelligenza dalla regia di Enrico Castiglione che ha saputo sviluppare le più sorprendenti soluzioni su un impianto scenico allo stesso tempo faraonico e raccolto. Scelte cromatiche espressive per i costumi di Sonia Cammarata che ha realizzato una efficace trascrizione visiva nell’abbigliamento del faraone e degli schiavi; delle voluttuose baiadere e delle mistiche devote di Iside. Anche i profani, tra le migliaia di spettatori, si rendevano conto che questa Aida ha realizzato un felice incontro tra contrapposte concezioni dell’arte scenica: le esigenze spettacolari (culminate nella marcia trionfale con centinaia di personaggi in scena) e la delicatezza sentimentale che racconta di un idillio impossibile, concluso nell’ebrezza del morire assieme (tema che piaceva ai romantici come Bellini, ma anche ai classici come Torquato Tasso). Di contro alla comune scelta che privilegia gli effetti risonanti, Castiglione e il concertatore Gianluca Martinenghi, a capo dell’orchestra del Teatro Massimo di Catania, hanno mirato alla compresenza di bellici oricalchi e di sfumature commoventi di cui quella più bella, per lo scrivente, è proprio il tragico idillio finale, con i due amanti che sospirano teneri affetti su un’onda sonora di rara dolcezza. Le penombre dell’anima sono state levigate dal canto di Marcello Giordani e Othalie Graham con tinteggiature sonore delicatissime, assecondate dal coro istruito da Francesco Costa, ricordando a chi lo avesse dimenticato, che Verdi era il cantore dell’amore che supera la morte (nella Traviata) nello stesso secolo che si commosse agli amori infelici nella Bohème di Dumas e nella Butterfly di Belasco. Veramente preziosa l’attenzione per l’elegia dell’anima accanto agli squilli epici da kolossal fragoroso. Ovviamente chi andrà a vedere questo allestimento (che si replica il 19 e 26 luglio) vedrà effetti spettacolari degni di Hollywood, ma probabilmente avvertirà che oltre i quadri imponenti e i superacuti, esiste una verità dell’anima trepidante, che ama le penombre.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA