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Anche a Palermo bombe carta e scontri nella protesta contro il Dpcm

Di Redazione |

PALERMO – Scontri nel centro di Palermo tra forze dell’ordine e manifestanti. La manifestazione pacifica organizzata ai Quatto Canti dai commercianti per dire no alle chiusure stabilite dal nuovo Dpcm del governo nazionale si è trasformata in uno scontro con lancio di fumogeni e bombe carte da una parte e cariche della polizia dall’altra.

Un po’ come avvenuto a Catania, ci sarebbero stati degli “infiltrati” nella manifestazione. E ad innescare gli scontri alcuni appartenenti ai centri sociali che si sono uniti alla proteste degli esercenti.

La polizia, in tenuta antisommossa, ha provato a contenere i più esagitati dirottandoli verso via Roma.  Dopo un po’ alcuni appartenenti ai centri sociali hanno lanciato petardi e bottiglie di vetro contro le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, che hanno reagito con una carica. Un petardo ha colpito un operatore di Mediaset, che è stato soccorso da un’ambulanza e sta ricevendo le prime cure.

La polizia ha inseguito i manifestanti dei centri sociali lungo corso Vittorio Emanuele (dove sono stati divelti cestini, fioriere e panchine), prima che si disperdessero nei vicoli del centro storico. 

Oggi è stata una lunga giornata di proteste a Palermo. Dopo i tassisti, che hanno manifestato stamane a Palermo, nel capoluogo siciliano sono scesi in piazza nel pomeriggio i titolari di palestre che si sono radunati al Foro Italico chiedono al governo regionale di consentire la riapertura delle loro attività. Poco dopo si sono riuniti i componenti del Comitato Italia Libera, una sigla che raggruppa Forza nuova, il Popolo delle Partite Iva, il Popolo dello Sport, giostrai, sale bingo, tassisti e musicisti.

I toni sono duri: «Riaprite o saranno guai» è lo striscione che ha aperto la manifestazione. Fra i capi della protesta c’è il leader locale di Forza Nuova, Massimo Ursino.

Alle 18 ai Quattro Canti, vicino al municipio, si sono radunati i rappresentanti dell’estrema sinistra, il cui slogan è «Tu ci chiudi, tu ci riapri», invitando i lavoratori delle palestre, artisti, musicisti e teatranti a sfilare. 

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