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“Scacco matto alle rinnovabili in Sicilia”: obiettivi del burden sharing ancora lontani

Dati e analisi nel report di Legambiente. A partire dal 2024 dovrà essere installato il triplo della potenza installata nel 2023, proseguendo con la stessa capacità per i prossimi 7 anni

Di Redazione |

In Sicilia, a fine 2023 la potenza installata da fonti rinnovabili è stata di 4,7 GW, di cui il 4,4 GW fra fotovoltaico ed eolico. L’88% di impianti fotovoltaici ha una classe di potenza inferiore ai 12 kW, e il 99% è sotto 1 MW, vale a dire che su 100.770 impianti installati sono 140 quelli di taglia superiore ad 1 MW, dei quali solo 5 superano la classe di potenza di 10 MW.

Il report

A fare il punto è Legambiente con il report “Scacco Matto alle rinnovabili 2024» – con dati al 2023 e l’aggiornamento della mappa dei casi simbolo dei blocchi agli impianti. La regione Siciliana – dice l’associazione ambientalista – nel 2023, ha autorizzato complessivamente tra eolico e fotovoltaico oltre 3 GW. Particolarmente significativo è il dato relativo al fotovoltaico: più della metà dei progetti fotovoltaici a livello nazionale è stata autorizzata in Sicilia, nella quale, tra il 2019 e il 2023, è stato autorizzato il 25% circa dei progetti presentati. Se dovesse essere confermata la previsione del nuovo burden sharing – la ripartizione regionale della quota di energia prodotta con fonti rinnovabili, in vista degli obiettivi europei – contenuta nel decreto aree idonee che assegna alla Sicilia l’obiettivo al 2030 di 10,38 GW di nuova potenza installata, questo significherà dover installare ogni anno più del 10% di tutte le rinnovabili del Paese. Tuttavia, nel 2023 in Sicilia sono stati installati solamente 571 MW di impianti da fonti rinnovabili, di cui 422 MW di fotovoltaico e 149 di eolico. Pertanto, per raggiungere gli obiettivi climatici assegnati dal burden sharing (10,8 GW al 2030), già a partire dal 2024 dovrà essere installato il triplo della potenza installata nel 2023, proseguendo con la stessa capacità per i prossimi 7 anni, dice Legambiente.

Il protocollo

Una buona notizia – dicono gli ambientalisti – è il recente protocollo firmato tra Regione Siciliana e Terna, finalizzato a monitorare le richieste di connessione alla rete di impianti rinnovabili attraverso la condivisione di informazioni e dati e a promuovere qualsiasi forma di confronto e di progettazione partecipata con le amministrazioni locali, con gli stakeholder e con la popolazione in modo da condividere le scelte localizzative degli interventi strutturali e velocizzare i tempi di realizzazione delle opere, garantendo allo stesso tempo una rete elettrica ancora più efficiente e sostenibile e valorizzando il patrimonio ambientale e culturale. “Il Governo Meloni e il Governo Schifani – dice Anita Astuto, responsabile energia e clima di Legambiente – stanno dimostrando poca ambizione politica a cogliere la grande occasione di sviluppo sociale e ambientale legata alle rinnovabili. Il nostro Paese, in particolare la Sicilia, attraverso il Piano Mattei, si sta candidando a diventare l’hub del gas e non quello delle rinnovabili. Una scelta insensata su cui è indispensabile un cambio di rotta. Oggi una delle partite chiave riguarda lo sblocco di quei progetti a fonti pulite al momento fermi di cui abbiamo parlato nel nostro report, lo snellimento delle autorizzazioni e, ora che si è concluso l’iter delle CER, puntare su di esse risolvendo gli ultimi problemi ancora aperti per aiutare famiglie e imprese a ridurre i costi in bolletta e portare innovazione nei territori, a partire dai piccoli Comuni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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