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Il coraggio, la fede e l’amore

L’esempio di Rosalba Massimino premiato con la Candelora d’oro 

Di Sonia Distefano |

L’amore di una mamma è, per natura, un amore che accoglie, che comprende, che vive di empatia dell’amore dei figli.  L’amore di una mamma per una figlia è amore che si nutre di ogni singola gioia, di ogni sorriso, del più piccolo gesto di affetto, e che percepisce anche la più piccola sofferenza del figlio. L’amore di una madre è un amore guerriero anche quando le prove della vita mettono davanti al dolore più grande, più innaturale: la perdita prematura del proprio figlio o figlia.  Lo sa bene Agata Rosalba Zappalà Massimino, che con coraggio ha saputo trasformare il suo dolore in un seme che ha già generato molti frutti in nome di una straordinaria vocazione all’accoglienza, con cui è riuscita a rendere immortale la memoria della figlia Santella, deceduta nel 1985, a soli 20 anni, a seguito di una grave forma di leucemia mieloide acuta. Avendo vissuto in prima persona le difficoltà dei malati e delle famiglie che per le cure devono spostarsi lontani da casa, Rosalba Massimino, ha dato vita alla Fon.ca.ne.sa., Fondazione Onlus che sostiene la ricerca e la cura delle malattie neoplastiche del sangue attraverso cui è riuscita a creare diverse strutture capaci di dare supporto a chi si trova in difficoltà.  È stato così che l’anima della Fon.ca.ne.sa è diventata per Catania una donna esempio straordinario non solo di una immensa capacità di accogliere il prossimo in difficoltà, ma anche di determinazione, coraggio, fede e fiducia nel futuro. Ecco perché non stupisce che in nome della solidarietà condivisa con la figlia Santella, ad Agata Rosalba Zappalà Massimino è stata consegnata la candelora d’oro 2022, prestigioso riconoscimento della Citta di Catania, con cui si aprono ogni anno le celebrazioni agatine.  Nel corso della cerimonia ogni anno viene accesa la lampada votiva a S. Agata. Accoglienza e assistenza sono i due termini che ricorrono continuamente nelle parole del presidente della Fon.ca.ne.sa, diventata ormai da 36 anni punto di riferimento per migliaia di famiglie che hanno affrontato il viaggio della speranza verso Catania e la permanenza nella nostra città per sottoporsi alle cure necessarie.  Così con orgoglio la presidente Massimino racconta la genesi di casa Santella, dedicata proprio alla memoria della figlia. «Casa Santella è il nostro fiore all’occhiello, nata all’interno del policlinico nel 2016 in un immobile concesso dall’Università, che la fondazione si è impegnata a ristrutturare e arredare e per la quale stiamo continuando a lavorare per renderla sempre più accogliente affinché chi ha necessità di trovare assistenza, accoglienza, conforto, possa sentirsi, non un estraneo in una struttura, ma accolto nella propria casa. Chi arriva a casa Santella deve sentirsi a casa. Noi ci preoccuperemo di tutto ciò che avrà bisogno, così come si fa in una famiglia».  Tante le persone che sono transitate da casa Santella e tante le storie che si sono incrociate, lasciando nel libro della casa un messaggio, un pensiero, un ricordo. «Tutti mi hanno lasciato qualcosa. Ogni storia ha avuto per noi la sua importanza. Le portiamo tutte nel cuore», ma fra tante storie che raccontano la sofferenza, la presidente Massimino sceglie di condividere con noi quella della nascita di una bambina.  «Una volta arrivò da noi una donna che aveva avuto difficoltà a rimanere incinta. Una volta giunta a Catania da fuori provincia i medici le dissero che se non restava qui rischiava di perdere il bambino. Così ci chiesero di accoglierla. Quella donna rimase con noi 5 mesi, e abbiamo visto nascere la sua bambina».  Tante le attività promosse da Fon.ca.ne.sa per sostenere la propria attività e portare a compimento sempre nuovi obiettivi. «Noi offrendo assistenza e accoglienza siamo anche di supporto e collaborazione ai medici. L’assistenza è fondamentale per aiutare la ricerca e devo dire che la città tutta, con tutte le sue anime ci supporta nelle nostre tante e diverse attività partecipando generosamente alle manifestazioni di beneficienza».  Una di queste è il concerto di Gala tra scienza e solidarietà. Tante sono state le tappe già raggiunte dalla fondazione guidata dalla presidente Massimino che in questo giorno dedicato a Sant’Agata, non manca di ricordare il suo intimo rapporto con la patrona.  «Tutti mi chiamano Rosalba, ma il mio primo nome è Agata. Lei è la mia protettrice. Io sono una catanese. Via Sangiuliano, piazza Dante, sono le mie strade. Io sono molto devota a S.Agata, diversi momenti delle celebrazioni sono molto toccanti, come quando si può baciare la reliquia. È un’esplosione. Sono anche un’appassionata della festa, e oggi prego S. Agata affinché protegga Catania, i catanesi e la Fon.ca.ne.sa e per la fondazione chiedo alla nostra patrona di donare a chi verrà dopo di me la stessa determinazione che ho avuto io».  E con lo sguardo sempre rivolto al futuro la presidente Massimino anticipa i suoi desideri e i suoi prossimi traguardi. «Grazie all’amore che tutti nutrono nei confronti della Fon.ca.ne.sa. per il nostro impegno continuo, perché sanno che non demordiamo mai, abbiamo fatto tanto e tanto vogliamo continuare a fare. Ho creato una rete di persone che mi collaborano, siamo una squadra, una famiglia, e abbiamo in atto l’ampliamento di casa Santella con un bellissimo giardino nel terrazzo per renderla sempre più accogliente. Un altro desiderio che ho è quello di una struttura anche all’interno dell’ospedale S. Marco». 

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