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Neri Marcorè nei panni di De Andrè tra presente e futuro

Di Salvo Pistoia |

Il grande pubblico lo conosce per le sue escursioni tra cinema e televisione. La platea raffinata, lo cura e coltiva attraverso le sue pagine dedicate all’editoria, al grande sentimento che esprime nei confronti del teatro canzone. Neri Marcore’, celebrato attore, periodicamente apre dei sentieri, immergendosi nel linguaggio della canzone d’autore o del teatro canzone, esaminando il repertorio trattato, con eleganza e garbo. “Quello che non ho”, oltre ad essere uno standard della discografia di Fabrizio De Andre’, e’ un viaggio in perfetto equilibrio, tra quanto passa davanti ai nostri occhi, la quotidianità odierna, e un futuro alquanto precario.

Le canzoni del cantautore genovese rilette con cura certosina, grazie all’apporto di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlin, che si muovono tra voci e chitarre, sono la chiave d’accesso per narrare le lucide visioni di Pier Paolo Pasolini.

Il tuo rapporto con il teatro canzone..

«Al di dei ruoli riconosciuti da cinema e televisione, dedico buona parte della mia attività al teatro canzone. Ho già navigato intorno a Giorgio Gaber, ai Beatles. In questo nuovo percorso tratto la storia di un grande cantautore, che permette, tra l’altro, di illustrare la poesia di Pasolini».

Questo mosaico e’anche un’ottima fotografia sull’attuale momento del nostro paese..

«Sono la testimonianza su quanto avevano percepito in tempi non sospetti, De Andre’e Pasolini….Lucide visioni che trovano conferma sulle realtà odierne».

Con la tua voce hai dato un soffio alla canzone d’autore..

«Il progetto legato alla canzone d’autore non e’mai stato accantonato o messo da parte, vive con me, nel mio dna, a parte qualche pausa fa parte del mio presente artistico».

In un segmento di “Quello che non ho”, fai un flash sul presente citando della mediocrita’…

«La realta’passa davanti ai nostri occhi inesorabile. Mediocri che, grazie al sistema, hanno scalato il potere insieme al altri mediocri, creando i presupposti per il disinteresse che la gente vive verso parecchi aspetti della vita».

Troveremo una via di uscita?

«La speranza vive nelle coscienze degli italiani, la nostra storia e’un documento indelebile».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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