Fiorello ha ricevuto dalle mani del rettore Giorgio Calcagnini dell’Università degli studi di Urbino «Carlo Bo» il Sigillo di Ateneo, riproduzione del timbro apposto in un diploma di laurea datato 11 ottobre 1588. Un riconoscimento che in passato era stato assegnato ad artisti (come il regista Marco Bellocchio), scrittori, imprenditori (Lamborghini, Marzotto, Moratti), il magistrato Nicola Gratteri e la Guardia di finanza. E ora anche a Fiorello, per l’occasione con tanto di tocco e toga con alamari d’oro e coccarda, che ha poi detto rivolgendosi alla madre seduta nel pubblico: «Mamma, ce l’abbiamo fatta».

La sua lectio magistralis, intitolata «La mia vita, la mia carriera: lo stesso grande spettacolo» è stata un susseguirsi di battute, racconti e aneddoti. Oltre ad affondare la memoria nei ricordi dell’infanzia, Fiorello ha raccontato il primo «meraviglioso applauso», la sua passione per il calcio, il lavoro presso un’agenzia funebre, le radio libere e la sua esperienza di animatore dei villaggi turistici, che è stato il suo «sliding doors, che mi ha permesso di arrivare qui». «Tutto quello che mi è capitato non l’ho mai cercato», ha raccontato lo showman, evidenziando però che non bisogna mai «restare fermi, immobili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA