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Cybersecurity: Wef, con pandemia +151% attacchi ransomware

Di Redazione |

Davos, 18 gen. -Nuovo record di cyber-attacchi nel 2021: il boom della digitalizzazione sostenuto dalla pandemia di Covid-19 ha portato nei primi sei mesi dello scorso anno a una crescita del 151% degli attacchi ransomware e secondo l’Fbi al momento ci sarebbero 100 diversi tipologie di queste minacce in circolazione a livello globale. E’ l’allarme lanciato al World Economic Forum di Davos nel rapporto annuale “The Global Cybersecurity Outlook 2022” che segnala come lo scorso anno ci siano stati in media 270 attacchi informatici per organizzazione, +31% rispetto al 2020, con un costo legato alle violazioni salito a una media di 3,6 milioni di dollari per ogni incidente.

“Le prospettive sono piuttosto cupe”, ha riconosciuto Algirde Pipikaite, responsabile della strategia di sicurezza informatica presso il Wef, anche perché – si spiega nel rapporto – il dark web pullula di servizi di hacking che offrono ‘competenza’ ma anche prezzi convenienti e tempi di intervento rapidi. I criminali informatici possono entrare negli account dei social media, cancellare i debiti e persino cambiare i voti degli studenti. Il tutto, segnala il Wef, con prezzi “spesso relativamente abbordabili, soprattutto considerando la probabilità di danni personali o istituzionali”.

I prezzi tendono a variare in base alla complessità delle attività di hacking richieste, al risultato desiderato e al profilo della vittima ma – si legge nel rapporto – “è relativamente semplice, tuttavia, creare una serie di servizi con un budget di mille dollari o anche meno”. Ad esempio, bastano appena 230 dollari, in media, per un ‘intervento’ su un account sui social media mentre hackerare siti Web o registri scolastici costa dai 400 ai 500 dollari. Ma se il danno economico per le organizzazioni colpite è elevato, a preoccupare ancora di più – secondo il rapporto – è la lentezza nella identificazione e reazione agli attacchi informatici, in media 280 giorni. In questo modo, un incidente che si sia verificato il 1 gennaio potrebbe non essere completamente contenuto fino all’8 ottobre.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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