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Aica, la situazione è disastrosa

Il coordinamento Titano prende posizione dopo i primi sei mesi di operato del nuovo organismo che gestisce l'acqua in provincia di Agrigento: “Già accumulati debiti per 2 milioni e mezzo di euro”

Di Gaetano Ravanà |

Il Coordinamento “Titano” delle associazioni per l’acqua pubblica aderenti nell’Agrigentino, diretto da Gaetano Milioto, interviene nel merito dei primi 6 mesi di gestione del servizio idrico da parte dell’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, e afferma: “Sono trascorsi 6 mesi da quando Aica ha preso in carico la gestione del servizio idrico nell’ambito di Agrigento e, al netto delle fisiologiche difficoltà iniziali, il livello del servizio reso oggi ai cittadini è pessimo. Bisognava scongiurare che la nuova gestione pubblica si rivelasse peggiore della precedente, ma così non è stato. I cittadini oggi ripetono: ‘Si stava meglio quando si stava peggio’. L’assemblea dei Sindaci ha approvato un piano finanziario contenente già dall’inizio, come da noi ampiamente previsto, le premesse per la non sostenibilità finanziaria dell’azienda. E’ infatti di dominio pubblico che Aica perda 400mila euro al mese, e che in 6 mesi di gestione ha già accumulato circa 2 milioni e mezzo di passivo, veleggiando verso una perdita di 5 milioni su base annua. All’Aica vengono a mancare le risorse del Consorzio Tre Sorgenti e le utenze del Voltano, da troppo tempo promesse e mai concesse. Poi le utenze dei 9 Comuni che dal primo gennaio avrebbero dovuto entrare in Aica, le risorse idriche degli 8 Comuni autonomi, e i proventi di tutte le utenze a forfait ancora da convertire in utenze a consumo. A cui si aggiunge l’enorme spreco di acqua quotidianamente riversata per le strade e mai efficacemente fronteggiata sia da Aica che dai Comuni convenzionati. E poi l’Assemblea dei Sindaci avrebbe dovuto già proporre all’agenzia Arera una nuova tariffa di acquisto all’ingrosso dell’acqua dopo che il Consiglio di giustizia amministrativa ha dichiarato illegittima l’attuale esosa tariffa di SiciliAcque. Questo già 7 mesi fa. Con nostro grande rammarico, di tutto ciò non si parla. Il dibattito sembra concentrarsi solo sul prestito regionale di 10 milioni di euro che la maggioranza dei sindaci e rispettivi Consigli Comunali non ha ancora approvato e forse non approverà mai. Peraltro, date le ingenti perdite mensili, i 10 milioni, se fossero approvati da tutti e subito nelle disponibilità dell’azienda, durerebbero ben poco. Dulcis in fundo: il regolamento Arera prevede la rivalutazione delle tariffe entro i primi 6 mesi del 2022. E tali tariffe saranno sicuramente in aumento per poter ripagare con le bollette il costo dell’intera gestione. Dove sono i sindaci in fascia tricolore che hanno esultato all’avvento dell’acqua pubblica? Cosa hanno fatto in questi 6 mesi?”.

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