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Il ragazzo del monopattino: «Erano in sei, mi hanno dato uno schiaffo e spinto: potevo sbattere la testa»

Il racconto del giovane vittima dell'inqualificabile gesto sul lungomare che poteva avere conseguenze molto più gravi

Di Concetto Mannisi |

Stavolta l’indignazione non può più bastare. Stavolta servono risposte celeri. Magari andando oltre alla visione “buonista” o “scherzosa” che qualcuno, nei soliti ambienti, ha provato a far passare attraverso i social, dopo che il video in cui si vedeva il “branco” di scooteristi far cadere al lungomare un giovane in monopattino è diventato virale. 

E bene fa il Codacons a chiedere a chi di competenza di intervenire a gamba tesa nei confronti di questa gentaglia, presentando un esposto-denuncia alla Procura di Catania in cui si ipotizza, nello specifico, «l’associazione a delinquere finalizzata a commettere più reati intimidatori nei confronti di minori e non solo, minacce, atti persecutori, percosse e lesioni personali». Ciò offrendo pure «assistenza gratuita alla giovane vittima,  chiedendo maggior presenza sul territorio da parte delle forze dell’ordine e l’aiuto concreto da parte dei cittadini, con segnalazioni e testimonianze» finalizzate a identificare i componenti di questa gang fra l’altro neanche tanto baby.

Testimonianze che potrebbero arrivare al momento giusto, atteso che il compartimento catanese della Polizia postale e delle comunicazione è già al lavoro dal 30 aprile (il giorno dopo l’accaduto) per identificare i soggetti che hanno messo direttamente a repentaglio l’incolumità del ragazzo – lo chiameremo Luca – nonché gli altri che hanno ripreso con gli smartphone il gravissimo episodio, rilanciandone le immagini su TikTok al solo scopo di compiacersi e di divertire i loro simili con questa squallida bravata. Intanto, per fortuna, ieri si è potuto apprendere che le condizioni di “Luca” non sono affatto gravi. Il ragazzo ha riportato una valida contusione al braccio e alcune escoriazioni a un ginocchio e a una caviglia che in pochi giorni saranno fisicamente soltanto un brutto ricordo.

“Luca”, 23 anni, si è concesso ai microfoni di “Antenna Sicilia-Telecolor” – ovviamente chiedendo di mantenere l’anonimato – e ha raccontato la dinamica dei fatti: «Avevo affittato un monopattino in piazza Stesicoro con l’obiettivo di raggiungere il lungomare, quando in piazza Europa mi sono ritrovato difronte queste persone che mi volevano passare davanti: uno di loro mi ha urlato di svegliarmi, “arrusbigghiti”, ed essendo da solo contro sei persone mi sono subito fatto da parte».

«Sembrava una questione chiusa – prosegue – ma all’altezza del monumento ai Caduti, quasi in piazza del Tricolore, ho sentito alle mie spalle dei fischi e ho avvertito la sensazione che qualcosa potesse verificarsi. In effetti uno di loro mi ha colpito e mi ha urlato in catanese di spostarmi: “leviti”…».

“Luca” rimarca la gravità del gesto: «Stavo procedendo a venti chilometri orari sulla pista ciclabile e avrei anche potuto sbattere la testa sul marciapiede o sui cordoli, con conseguenze assai gravi». 

Appare evidente a tutti, non certo a questi barbari del nuovo millennio… COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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