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L'INCONTRO

La presidente della commissione Antimafia a Catania: «Colmare vuoto legge sulle donne che rompono con Cosa Nostra»

Chiara Colosimo è intervenuta al palazzo di giustizia alla firma del protocollo distrettuale di attuazione dell’articolo 7 del decreto Caivano

Di Redazione |

«Occorre colmare il vuoto legislativo per le donne che sono obbligate a partecipare alle attività della criminalità. Madri disperate che per amore dei figli sono pronti a tagliare i legami con le organizzazioni malavitose. Bisogna rendere reale la fine delle criminalità organizzata che passa anche dalla capacità di rompere il vincolo familistico. E’ una sfida alla quale non possiamo sottrarci. Per fermare la mafia non deve più avvenire che qualcuno possa essere libero di insegnare la cultura mafiosa». Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare Antimafia intervenendo al Palazzo di Giustizia di Catania a un incontro prima della firma del protocollo distrettuale di attuazione dell’articolo 7 del decreto Caivano alla presenza, tra gli altri, del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Al centro dell’incontro ‘Il progetto Liberi di scegliere: la tutela dei minori nei contesti di criminalità organizzatà promosso dalla Scuola superiore della magistratura, Ami e Ordine degli avvocati di Catania, sull’iniziativa promossa dal presidente del Tribunale per i minorenni etneo, Roberto Di Bella.

«Io ho sposato il progetto del presidente Di Bella – ha aggiunto la presidente Chiara Colosimo – perché un’Antimafia come la nostra, che a volte ha fatto progetti visionari come quelli sui collaboratori di giustizia, in questa fase deve farne un’altra: dare una legge alle donne che per un disperato amore decidono di abbandonare le famiglie mafiose per salvare i propri figli. A questa scelta non ci si può sottrarre e occorre dare un disegno normativo».

«Un piccolo passo avanti – ha sottolineato la presidente dell’Antimafia – è stato fatto perché prima il protocollo era sostenuto soltanto dalla Cei, che ringrazio, adesso è sostenuto anche dal Governo, con l’intervento di alcuni ministeri, e ovvio che la legge darebbe maggiore stabilità economica e, quindi, anche più soldi».

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha sottolineato che il progetto “Liberi di scegliere”, per genitori e minorenni che vogliono rompere con la criminalità organizzata, promosso dal presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, Roberto Di Bella, è «un’idea forte» che, «grazie a un’applicazione prudente ed equilibrata» dalla sua attuazione, ha «tolto tutte le diffidenze che lo circondavano» e io «la condivido pienamente».

«Liberi di scegliere», ha osservato il procuratore Melillo, è un «concetto che deve avere una concretezza reale» e, ha sottolineato, «ci sono tutte le condizioni affinché ciò avvenga». «E’ un modello concreto – ha aggiunto – che nasce da un’esperienza che tende a valorizzare le figure genitoriali. E in questo campo i migliori risultati sono arrivati quando almeno uno dei genitori ha aderito al progetto. Così alcuni criminali sono stati toccati “sulla via di Damasco”, ma anche di Catanzaro e di Catania».

Ma per il Pna Melillo «il modello deve continuare a essere così com’è, con strumenti che favoriscono la collaborazione istituzionale», e bisogna evitare di «cercare di passare a una sua attuazione automatica con una gabbia legislativa potrebbe essere un rischio» perché, ha spiegato, «la bontà delle norme non garantiscono quella della sua applicazione». Per questo il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo auspica che «venga lasciato crescere un tessuto di buone prassi, respingendo tentativi di scorciatoie normative».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA