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Il giro del mondo in moto di Yaneth per dire no alla violenza di genere

Di Redazione |

«Rompere il muro del silenzio»: non è solo un “no” alla violenza di genere ma un messaggio forte che la colombiana Yaneth Alvarez, donna, mamma e già nonna di due nipotini, sta portando in giro per il mondo nel suo coraggioso viaggio in moto in sella a una Honda 500. Partita da Bogotà nel 2014 ha già attraversato 27 Paesi del mondo, 12 solo in Europa e da qualche tempo è alle prese con il giro di Sicilia.

#enmotoporelmundo è l’hashtag sui social dove quotidianamente pubblica le tappe del suo viaggio, si ferma solo per partecipare a incontri pubblici e conferenze sul tema della violenza di genere. Questa settimana è stata ospite al Comune di Belpasso e oggi pomeriggio a Francofonte, con un incontro dal titolo “Gli uomini ci mettono la faccia”, a riprova che non sono solo i bambini e le donne a poter subire violenza, ma anche gli uomini.

Da qui ripartirà verso Messina e Palermo, per proseguire verso il sud dell’isola. Non è mai sola, conferma, ovunque vada infatti può contare sul solido appoggio delle associazioni di biker che la aiutano a portare a termine la sua ambiziosa missione per il mondo. In particolare Yaneth ci tiene a ringraziare «Nino Motta, Nello Raciti, La Fenice di Belpasso, Motoclub Le Aquile, “For Life” di Giuseppe Valenti, ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito».

Il progetto di Yaneth nasce come un’esigenza personale, dopo aver vissuto sulla propria pelle abusi sessuali e psicologici che l’hanno anche portata sull’orlo del suicidio. A salvarla uno dei suoi figli, e da allora non si è più fermata. Alle vittime, di qualunque età, dice «non lasciatevi distruggere la vita da un’altra persona, non accettate minacce, ricatti, non fatevi mancare di rispetto, mai. Deve esserci sempre il vostro consenso per ogni cosa, non fatevi incantare se il vostro aguzzino fa la vittima. Ma soprattutto denunciate, abbiate fiducia nella giustizia, anche se a volte sembra non essere giusta. Trovate la forza ogni giorno di reagire, non cedete ai pregiudizi delle persone, se serve uno psicologo andateci, non lasciatevi morire, non abbiate vergogna per ciò che vi hanno fatto. È l’aggressore che dovrebbe vergognarsi».

Il viaggio di Yaneth prosegue solo grazie alla solidarietà delle persone che in tutto il mondo l’hanno accolta, ma manca ancora tanto per completarlo. Per sostenere la sua causa è possibile contattarla attraverso il profilo Yaneth Biker su Facebook o effettuare una donazione, anche minima, sull’Iban IT33N3608105138248634348642, causale “Di no a la violencia de genero”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA