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Catania, «Nell’imbuto di via Santa Sofia il rischio è che ci scappi il morto»

Lo sfogo di un medico del Policlinico: «Soluzioni immediate non possono più aspettare»

Di Maria Elena Quaiotti |

«Se qui muore qualcuno la colpa è di tutti, dal sindaco alla direzione del Policlinico, al rettore dell’università. Martedì un’ambulanza a sirene spiegate ha impiegato due minuti per percorrere 50 metri. Tanti pazienti non sono arrivati in tempo alle visite, gli stessi medici e infermieri sono arrivati in ritardo, è inaccettabile, anche perché non è certo la prima volta che accade»: sono parole durissime quelle di Alessandro Belvedere, dirigente di Medicina d’urgenza del Policlinico-San Marco.

Belvedere, da medico ormai osserva e subisce da anni, precisamente dal 2018 da quando è stato inaugurato il Pronto Soccorso, come tanti utenti, dipendenti e pazienti, oltre ovviamente ai residenti i disservizi e le conseguenze che si creano ormai puntuali in via Santa Sofia. Ed è una delle poche voci che si levano decise a denunciare una situazione ormai al limite, che si acuisce in caso di incidenti sulla circonvallazione o di eventi alla Cittadella universitaria. Dal 10 giugno al 30 luglio – ad esempio – si aprirà il Campus estivo del Cus per bambini dai 6 ai 14 anni e già si prevede un’affluenza ulteriore di macchine e, dunque, di traffico.Non solo, in via Santa Sofia è intanto spuntato anche il tratto in discesa della pista ciclabile che dovrebbe collegare la Cittadella con la stazione metropolitana di Cibali, «lì passerà solo una macchina, creando un ulteriore imbuto ma chi l’ha pensata?».

Viene da chiedersi, perché la direzione del Policlinico non presenti un esposto alla procura, considerato il luogo sensibile che dovrebbe godere di una (vera) corsia riservata per i mezzi di emergenza? Trecento metri scarsi di corsia esistono, sono anche segnalati (forse non in modo sufficientemente evidente?) ma vengono sempre invasi da macchine. Per non parlare dei parcheggi in divieto di sosta e fermata sia lungo la via, anche in terza fila, sia nello slargo proprio di fronte al pronto soccorso.«Ma qui un vigile urbano si vede raramente, quando vengono si limitano a fare multe che vediamo gettate per terra. Quando poi la via si intasa di divise non ce n’è neanche l’ombra».Casualità ha voluto che martedì in via Santa Sofia insieme con Belvedere fosse presente anche Giovanni Curia, presidente della Terza commissione Viabilità, che incredulo ha inviato un video live al sindaco Enrico Trantino e anche a tutti i consiglieri comunali, «se non ci si indigna davanti a un video del genere – commenta il medico – e non si fa niente per cambiare la situazione, allora sono tutti complici».La rabbia è lecita, ma anche l’attenzione che ormai da settembre Belvedere dà a ciò che succede in aula consiliare, in particolare la risposta del vicesindaco Paolo la Greca di marzo proprio a un’interrogazione della commissione Viabilità, con l’illustrazione di un piano di intervento. Che però non si sa ancora con quali fondi, né quando, verrà realizzato. «Qui servono misure urgenti – spiega il medico – va ripristinata l’entrata come prima dall’ingresso principale, con sola uscita da dove oggi invece si accede. Serve la rotonda davanti all’entrata per la direzione sanitaria con passaggio esclusivo dei mezzi di soccorso. Si evitino manifestazioni non in grado di gestire come afflussi, si rifaccia l’asfalto, che è pericolosissimo e si rimettano i tombini rubati, oltre a organizzare parcheggi nei terreni vicino alla Facoltà di Agraria. Ci sono soluzioni immediate che non possono più aspettare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA