Notizie Locali


SEZIONI
Catania 31°

IL RACCONTO

“Lady Onorato” e il marito, una coppia legatissima: «Lo ha sempre adorato»

L'eurodeputata Francesca Donato e l'intervista non pubblicata su La Sicilia

Di Mario Barresi |

Erano legatissimi. E lei, raccontano gli amici, «lo ha sempre adorato». Fino al punto da farsi chiamare, nei profili sociali dai quali lanciava le sue battaglie politiche, “Lady Onorato”. Si erano sposati 25 anni fa, Francesca Donato, eurodeputata in carica e vice segretaria della Dc, e Angelo Onorato, l’imprenditore trovato morto a Palermo dentro la sua auto. Originaria di Ancona, Donato s’era trasferita in Sicilia subito dopo il matrimonio, da cui sono nati i suoi due figli, Salvatore e Carolina, di 25 e 21 anni, vivendo con la famiglia in una villa a Mondello.

Dalla Sicilia è partita la sua attività politica, cominciata con la costituzione dell’associazione “Progetto Eurexit”, critica nei confronti della moneta unica europea. Contemporaneamente Donato porta avanti col marito l’impresa “Casa ambienti nella Vita”, società commerciale con diverse sedi a Palermo. Il suo primo tentativo elettorale risale a dieci anni fa, quando con la Lega si candida alle Europee nelle circoscrizioni Italia insulare e Nord-orientale, ottenendo circa 6mila preferenze senza essere eletta. Ci riprova cinque anni dopo, questa volta con successo, anche grazie al forte input di Matteo Salvini in persona: viene eletta a Bruxelles nella circoscrizione Isole con 28.460 preferenze. Nel Parlamento Ue è stata componente del gruppo Identità e Democrazia, membro titolare nelle commissioni Regi (sviluppo regionale), Econ (politiche economiche monetarie) e nella delegazione all’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo.

No vax

Su posizioni contrarie al green pass e al vaccino anti covid durante la pandemia. «Sono solo delle semplificazioni di comodo utili per il pensiero mainstream», lo sfogo in una recente chiacchierata con La Sicilia, un’intervista che doveva essere pubblicata nei prossimi giorni. «Sul Covid – rivendicava – a distanza di tempo stanno venendo fuori le nefandezze commesse dai governi nazionali e dalla presidente della Commissione europea, come la manipolazione dei dati dei decessi Covid o delle reazioni avverse ai “vaccini” o l’opacità delle trattative preliminari all’acquisto degli stessi. I miei appelli a fermare la follia delle sanzioni autolesionistiche alla Russia sono rimasti inascoltati, ma oggi è chiara a tutti la loro inefficacia nel fermare Putin. Non dispero quindi – affermava – sul fatto che presto si torni a poter parlare di pace e negoziato senza essere considerati a libro paga del Cremlino». E chiosava: «Per il resto diciamo che non vorrei “essere ricordata”, ma essere riconosciuta come una persona libera e sincera».

Tre anni fa Donato, infatti, lascia la Lega per fondare l’associazione politica Rinascita Repubblicana, e poco dopo si candida a sindaco di Palermo, ottenendo il 3,15% (6.510 voti), risultato che non le permette di entrare consiglio comunale.

Spazio di libertà

Per le elezioni politiche del 25 settembre 2022, Rinascita Italia si schiera con la lista “Italia sovrana e popolare” da cui poi si allontana. Un anno fa l’abbraccio con Totò Cuffaro. Donato diventa vice segretaria della Dc, poi commissaria del partito in Sardegna. Come si fa – le avevamo chiesto – a passare dal sovranismo al post-democristianesimo di Cuffaro? «Io sono e rimarrò – ci aveva risposto – sempre la stessa. Chi mi segue lo sa bene. Nella Dc ho trovato uno spazio di libertà che in altri partiti non avrei avuto. La Dc è un partito pluralista e aperto al dialogo interno, mentre altri sembrano delle caserme. E poi il mio ex partito recentemente ha fatto un accordo con l’Udc e parecchi candidati soprattutto nelle due circoscrizioni del Sud Italia sono di estrazione democristiana. Direi di avere qualche ragione…».

Alle europee dell’8 e 9 giugno, la Dc voterà per candidati di altre liste, non avendo trovato accordi con gli altri partiti. «Avevo già detto a Cuffaro – ci confessava – che nella lista di Renzi e Bonino io non mi sarei mai candidata. La loro idea d’Europa non è la mia, né tantomeno lo sono le loro battaglie identitarie. Per il resto il trattamento subito da Cuffaro e dalla Dc è stato scandaloso: settimane di insulti e di prese di distanze da gente priva di etica e proposte politiche serie, ma purtroppo anche da alleati». Nessun rimpianto per l’addio alla Lega. «Non rinnego nulla – ci aveva detto – di quanto ho fatto, solo da indipendente avrei potuto portare avanti certe battaglie contro il governo Draghi e la Commissione Ue e votare sempre secondo coscienza. Sono contenta comunque che alla fine anche la Lega abbia rivisto alcune sue posizioni passando dall’incondizionato appoggio a Draghi alla contrarietà a Draghi al vertice della Commissione. Meglio tardi che mai…».

Donato, a breve, lascerà dunque l’incarico a Bruxelles. Il suo nome è nella rosa dei candidati per l’ingresso nella giunta di Renato Schifani se il presidente della Regione, dopo il voto, procederà al rimpasto. Ma lei, prima della tragedia familiare, sembrava risoluta: «L’impegno politico non si esaurisce con le cariche elettive. Continuerò a dire la mia sulle tematiche che ho sempre seguito e rimarrò a disposizione del mio partito, di cui sono vice presidente nazionale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA