Notizie Locali


SEZIONI
Catania 22°

Cronaca

Quegli affluenti “spazzatura” dell’Alcantara

Di Salvatore Zappulla |

Francavilla di Sicilia. Una ferita ambientale mai sanata nel cuore della valle dell’Alcantara, che preoccupa i cittadini e le associazioni ambientaliste, con un devastante scenario da discarica di spazzatura negli alvei del torrente Zavianni e del fiume S. Paolo, affluenti dell’Alcantara, nel territorio di Francavilla di Sicilia.

L’ennesima denuncia sulla mancata bonifica dell’ex discarica comunale e sul degrado dell’intera area (piena di microdiscariche), che periodicamente durante le piene del torrente Zavianni viene erosa, facendo riaffiorare in superficie i rifiuti solidi urbani interrati per circa 20 anni, arriva dalla presidente Annamaria Nossing del circolo Legambiente Taormina/Valle dell’Alcantara, a seguito di un recente sopralluogo, alla confluenza fra i torrente Zaviani e il fiume S. Paolo. «In quell’occasione, l’associazione – scrivono gli ambientalisti – accertava la presenza di una discarica di rifiuti abbandonati verosimilmente assimilabili alla categoria di rifiuti tossici e nocivi. In particolare i rifiuti risultavano abbandonati nel letto dei torrenti e in prossimità del ponte dietro al convento dei Frati Cappuccini, impattando successivamente quella che è la qualità delle acque del fiume Alcantara ,che durante il suo percorso attraversa le “Gole d’Alcantara”, interessate da una forte affluenza di visitatori e successivamente sfocia tra le spiagge turistiche di Giardini Naxos e San Marco a Calatabiano».

Di qui la segnalazione ai carabinieri al corpo forestale, ai Comuni di Francavilla, Gaggi e Giardini Naxos, all’assessorato regionale Territorio e Ambiente, all’Arpa di Messina, al Parco fluviale dell’Alcantara e al prefetto di Messina.

«L’ultimo allarme – ricorda Salvatore Sabato, presidente dell’associazione di Protezione civile “Guardia Nazionale” risale allo scorso novembre, quando a causa delle piogge abbandonanti di quei giorni le acque del torrente tornarono ad erodere gli argini della discarica, fagocitando una parte dei rifiuti ancora presenti sottoterra, tra cui tantissimi sacchetti e materiale in plastica, ben visibili tra gli alberi e i cespugli presenti lungo le rive dei corsi d’acqua».

Una vera e propria emergenza ambientale che aveva spinto il sindaco Vincenzo Pulizzi a chiedere aiuto allo Stato e alla Regione per reperire i necessari finanziamenti (quantificati nel 2016 in circa 500 mila euro) necessari a ripulire la zona inquinata, ed evitare, con la messa in sicurezza del tratto spondale del torrente, prospiciente l’ex discarica, un ulteriore peggioramento della situazione.

«Riteniamo sia doverosa – parla la presidente del circolo Legambiente Taormina Valle dell’Alcantara Annamaria Nossing – un’ttività di monitoraggio cui debba conseguire un’attività di prevenzione e persecuzione dei reati ambientali. Ricordiamo che le acque del fiume Alcantara vengono utilizzate per attività irrigue, che la balneabilità all’altezza delle gole dell’Alcantara e della foce è regolamentata da cartelli non sempre visibili, ma non da un’attività di controllo sul posto. Ci si chiede a cosa servano i dati delle Arpa Messina e Catania, se poi non seguono attività di bonifica, repressione e controllo del territorio in una situazione di sostanziale carenza di personale operativo sul campo, da parte di enti preposti come il Parco Fluviale Alcantara e di organi competenti in materia di reati ambientali come l’Ente Forestale e i Carabinieri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA