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Catania, il nuovo pronto soccorso piace anche troppo ed è emergenza

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Dopo il “battesimo di fuoco” di domenica scorsa, in occasione dell’apertura, con sette “codici rossi” in poche ore, adesso è allarme per il nuovo reparto del Policlinico che a malapena sta reggendo “l’urto”. Sin dalle prime ore inaugurali e ancora anche in queste ore il nuovo presidio di emergenza dell’azienda universitaria – aperto al posto del vecchio Pronto soccorso dell’Ove – sta letteralmente scoppiando di pazienti che chiedono visite e assistenza. Ieri, addirittura, per tutta la giornata e sino alle 18, i medici in servizio e gli infermieri avevano già soccorso oltre 250 pazienti, un numero (a detta dei sanitari) record, con 27 codici gialli e un codice rosso, tutti ricoverati nel reparto.

Una situazione al limite della gestione, che ha causato disagi soprattutto per il numero esponenziale di codici verdi, quelli non gravi, che hanno atteso, in alcuni casi, diverse ore. A metà pomeriggio i medici hanno allargato le braccia: «Sembra l’assalto alla diligenza. Mediamente, nel vecchio pronto soccorso del Vittorio, trattavamo all’incirca 160-170 casi al giorno, ma adesso da giorni viaggiamo nell’ordine dei 230-250 visite e ricoveri. E’ come se gran parte dei pazienti catanesi abbia deciso di farsi curare al Policlinico». L’allarme è serio e non deve essere preso sottogamba dalle autorità sanitarie e dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

Il numero in aumento di pazienti può avere più significati. Il primo è molto probabilmente collegato alla pubblicità che in queste ultime settimane si è fatta per avvertire la popolazione dell’apertura del nuovo presidio di via S. Sofia e della chiusura dell’Ove. Campagna informativa azzeccata – visti i numeri – che è stata portata avanti anche sui giornali che hanno mostrato l’immagine innovativa di un presidio che non ha eguali in città per spazi e apparecchiature. Questo probabilmente ha contribuito ad accrescere il numero di pazienti. Ma ad aumentare, secondo i medici, è anche il numero dei malati gravi trasportati con ambulanze. Forse, in questo senso, chi gestisce il 118 ha trasferito più malati al Policlinico per non “ingolfare” il Garibaldi che è l’unico Pronto soccorso rimasto in centro. Per comprendere di più cosa sta accadendo sarebbe utile conoscere i dati di affluenza del Garibaldi centro e del Cannizzaro. Se questi dovessero confermare dati standard allora ci troveremmo davanti a un fenomeno nuovo, forse causato dalla curiosità dei pazienti non gravi che scemerà quando “lo sgruscio di scopa nuova” sarà passato.

Comunque l’affluenza di questi giorni al Policlinico (così come quella registrata in alcuni giorni d’estate al Garibaldi) conferma il mal funzionamento di tutta la filiera della medicina territoriale. Se i presidi funzionassero a dovere probabilmente i pronto soccorso potrebbero registrare un minore afflusso di codici verdi e indirizzare gli sforzi dei medici sui casi gravi. Ma questa è storia vecchiaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA