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Così la mafia vuol tornare a controllare il mercato mondiale della droga (in società con la ‘ndrangheta)

Le parole del procuratore di Palermo De Lucia al convegno della Scuola superiore della magistratura e dalla Dna

Di Redazione |

La mafia sta provando a rientrare a pieno titolo nel traffico internazionale di droga. E’ l’ipotesi del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia intervenendo, a Palermo, al convegno “Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale» organizzato dalla Scuola superiore della magistratura, dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con il programma Falcone Borsellino del ministero degli Affari esteri.

«La mafia sa che per tornare forte militarmente deve acquisire forza economica e che la forza economica che si ottiene col traffico della droga e in particolare della cocaina. Nella droga certo la mafia non è forte come la ndrangheta, ma non c’è un campionato delle mafie, una che vince e una che perde. – ha aggiunto – Quel che dobbiamo seguire è il mutamento nei rapporti tra domanda e offerta di stupefacenti. La mafia andava a elemosinare le partite di stupefacente dalla ndrangheta, ora è cambiato perché da semplice cliente sta diventando socio di minoranza in alcuni affari. Non dimentichiamo – ha spiegato – che la mafia ha dalla sua intanto un brand che “tira” sui mercati. E le due mafie che si presentano associate mentre fanno affari accrescono il loro potere. In Sicilia – ha concluso – c’era un mercato destrutturato che va riorganizzandosi e la mafia controlla le piazze di spaccio ed è tornata a diventare egemone nella distribuzione in Sicilia e nella capacità di raccordarsi con le grande famiglie calabresi».

I rapporti tra narcotraffico ed estremisti

Un allarme è stato lanciato anche dall’ex procuratore di Palermo, oggio procuratore di Roma Francesco Lo Voi : «Una forma di narcotraffico si sta legando nel territorio romano a organizzazioni terroristiche estremiste di portata nazionale, ma non per questo meno pericolose. Il rischio di crezione di una unificazione di intenti tra estremismo politico e organizzazioni criminali pure può essere particolarmente pericoloso. A Roma le organizzazioni criminali si occupano principalmente della droga con forme di interazioni tra mafie tradizionali, mafie autoctone e realtà che non sono mafiose in senso stretto. – ha spiegato – Sono realtà che si muovono con un sistema multilivello che parte dalle forniture dalle grandi organizzazioni mafiose, ma anche con diretti agganci col centro e Sudamerica e che hanno una enorme capacità di riciclaggio».

Gratteri e il darkweb

«La Camorra dal punto di vista informatico è la mafia più evoluta. Durante un interrogatorio una persona mi ha dato una lezione di business spiegandomi che col cellulare si ordinano quintali di cocaina senza muovere un dito. E qualcuno mette in discussione le intercettazioni.» Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri intervenendo a Palermo al convegno. «Dobbiamo avere le tecnologie per entrare nel dark web altrimenti arresteremo solo gli straccioni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA