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Rosalia400: Arte e Storia

La Fondazione Sicilia celebra i 400 anni dal ritrovamento delle sacre spoglie di Santa Rosalia, trasformando Palazzo Branciforte in un luogo di esposizione che racconta la vita della Santa Patrona attraverso opere d'arte e narrazioni

Di Redazione |

Valorizzare è curare e conservare, ma anche fare conoscere e tramandare. E in questa direzione ribadisce di volersi muovere Fondazione Sicilia: il progetto “Rosalia400”, lanciato in questo 2024 anno in cui ricorrono i 400 anni dal ritrovamento delle sacre spoglie di Santa Rosalia, non solo rende omaggio alla Santa Patrona, ma la racconta attraverso l’arte, aprendo le porte di Palazzo Branciforte e di quel Monte dei pegni che, all’inizio del secolo scorso, era il punto di partenza, di preghiera e di speranza per lasciarsi alle spalle le difficoltà, per tante famiglie. «Abbiamo voluto che tutto il Palazzo diventasse un luogo di esposizione – spiega l’avvocato Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia – partendo dalle collezioni che fanno parte del patrimonio della nostra Fondazione, collaborando con istituzioni, accademie e scuole. Un dialogo nell’arte per parlare di Santa Rosalia: con l’Accademia delle Belle Arti di Palermo, nella Cavallerizza di Palazzo Branciforte è allestito un percorso espositivo che ricostruisce il legame tra Santa, città e festino. Nella Sala dei 99, grazie all’archivio della Regione Siciliana, arricchiamo il progetto con foto e video dei festini, mentre la nostra collezione di maioliche “dialoga” con una maiolica datata 1628 con illustrazione proprio di Santa Rosalia, mentre nella  sala dei di bronzi, abbiamo esposto un bozzetto che rappresenta Santa Rosalia, realizzato per la chiesa di via Marchese Ugo da Ernesto Basile». Come detto, al centro del progetto c’è anche il Monte dei pegni, la struttura lignea dove , per circa due secoli, i poveri vi hanno depositato materassi, corredi, coperte,  in cambio di poche monete. , con la speranza di poter tornare a riscattarli. Mimmo Cuticchio e i suoi pupi hanno dato vita ad un docu-film in cui viene raccontata la storia di Santa Rosalia, un video esposto accanto ai teatrini con scene della vita della Patrona. E poi c’è il racconto inedito, scritto e narrato da Dacia Maraini. «Abbiamo voluto dare voce alla nostra Patrona – aggiunge ancora l’avvocato Bonsignore – grazie a Dacia Maraini, che ha voluto scrivere quella che è una preghiera rivolta alla città di Palermo. All’interno dello stesso spazio è esposta la scultura di Santa Rosalia in alabastro, realizzata da Giacomo Tartaglia e custodita nella chiesa del Collegio dei Gesuiti di Trapani». L’impegno di Fondazione Sicilia per “raccontare” Santa Rosalia ha portato anche alla mostra, in corso alla pinacoteca di Villa Zito, dal titolo “Le estasi di Santa Rosalia”, con dipinti di Antoon van Dyck e Luca Giordano arrivati dal Prado di Madrid, un’opera di Pietro Novelli arrivata dalla Reale Accademia di Madrid e altre opere arrivate dall’Arcidiocesi di Malta. Lo sguardo è rivolto al futuro. «Abbiamo deciso – racconta Bonsignore – che l’edificio che costruiremo alle spalle di Palazzo Branciforte si chiamerà “Museo giardino Santa Rosalia”. Sarà realizzato da Mario Cucinella, architetto che progetterà il padiglione Italia all’Expo 2025, e sarà destinato ad esposizioni e mostre temporanee». «Valorizzare – conclude Bonsignore – vuol dire anche restaurare e rendere fruibile all’intera comunità: abbiamo sempre pensato che il patrimonio culturale non può restare chiuso nei depositi. Con il coinvolgimento di enti pubblici e privati, abbiamo pensato a un progetto che storicizzi ancor di più la nostra Patrona e valorizzi la conoscenza di questi spazi».

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