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Così il caro bollette sta uccidendo le imprese siciliane

L'allarme di Assoesercenti. Si salva soltanto il turismo. Politino: «La Regione intervenga»

Di Mariangela Scandurra |

Il caro energia mette in ginocchio l’economia siciliana e sono sempre più le aziende che chiudono i battenti. Eppure nell’Isola tra gli imprenditori resiste la voglia di fare impresa.

È la fotografia scattata da Assoesercenti Sicilia-Unimpresa, che ha illustrato i dati relativi alla natalità e mortalità delle imprese siciliane nel 2022. 

Il Report di fine anno mostra una diminuzione pari a -10,40% di iscrizioni alle Camere di commercio rispetto al 2021, e un aumento di +26,28% di cessazioni. Tra le province siciliane, spetta a Ragusa il primato negativo per quanto riguarda le nuove iscrizioni nel settore del commercio, con un -27,11% rispetto allo scorso anno, seguita da Caltanissetta (-23,16%) e Trapani (-20,46%).

Per le cessazioni, invece, Enna è al primo posto (+104,44%) rispetto al 2021. Dato positivo, invece, per la città di Palermo nel settore del turismo, con un incremento delle iscrizioni del +37,84%. 

Per Salvo Politino, presidente di Assoesercenti Sicilia, «nonostante nell’Isola ci sia un’alta capacità imprenditoriale rispetto al 2021, abbiamo avuto una diminuzione delle iscrizioni in quasi tutti i settori. Il dato positivo registrato nel turismo è indicatore che c’è ancora voglia di fare impresa». 

E continua: «Preoccupa l’aumento del tasso di mortalità delle imprese determinato dalla pandemia e dal caro energia».  Per Politino è fondamentale ridare «fiducia e certezza al tessuto imprenditoriale» attraverso misure concrete. «È un anno che sentiamo parlare di interventi per calmierare il problema energetico. Qualcosa è stata fatta, ma non è abbastanza. Abbiamo chiesto alla Regione bandi Irfis che prevedano per le aziende danneggiate dal caro energia una parte di finanziamenti a tasso zero e una parte di contributo a fondo perduto».

Politino propone anche una proroga del piano regionale Garanzia Giovani. «In questa fase – afferma – abbiamo bisogno di più flessibilità lavorativa, prorogare a febbraio 2023 la misura significherebbe dare alle imprese delle nuove opportunità».  Tra le richieste avanzate da Politino, anche la concessione della moratoria per la crisi energetica a quelle aziende in difficoltà supportate da idonea documentazione e il taglio al cuneo fiscale.  E sul “Pnrr” osserva: «Non deve essere utilizzato per fare cassa da parte degli enti pubblici, ma per attuare quelle misure e iniziative che portino sviluppo e valore aggiunto al territorio. È una grande occasione che l’Europa ci sta offrendo». 

Tra gli imprenditori siciliani presenti ieri all’incontro con i giornalisti, anche Fabio Scaccia, amministratore unico di Farmitalia e responsabile settore industria di Assoesercenti: «Costo delle materie prime e dell’energia stanno mettendo in difficoltà moltissime aziende – spiega Scaccia – ci sono rincari di oltre il 20% sulle materie prime. Noi come azienda farmaceutica non aumentiamo il prezzo al pubblico. Piuttosto puntiamo a ridimensionare i nostri utili. Continuiamo a fare del nostro meglio puntando su prodotti innovativi in un contesto internazionale». E conclude: «Un aiuto valido potrebbe essere un significativo credito d’imposta». 

Presente anche Patrizia Giancola, amministratrice di Addì Parati, nonché componente di presidenza di Assoesercenti: «Il Superbonus – spiega – avrebbe dovuto essere trainante per il settore dell’edilizia, poi i crediti sono rimasti bloccati e tutto è rimasto in sospeso. Fortunatamente noi non abbiamo avuto grosse perdite rispetto al 2021, anche se stiamo soffrendo per i rincari energetici. Rincari che per molti imprenditori hanno rappresentato il colpo di grazia». E lancia un appello alla politica: «Al governo come imprenditrice chiedo misure concrete per ridurre il caro energia. Questo potrebbe restituire serenità alle famiglie e far ripartire i consumi». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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