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In Italia si piega la curva dei decessi: -16% in 7 giorni

Scende anche anche l’Rt che si ferma a 0,70

Di Redazione |

Anche la curva dei decessi comincia lentamente a piegarsi, come non accadeva ormai da tre mesi, e l'indice di contagio è sceso allo 0,70, secondo i calcoli del sito CovidStat, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn): sono questi i nuovi dati positivi sull'evoluzione dell’epidemia di Covid-19 in Italia, e si sommano al progressivo calo osservato nelle ultime settimane nel numero dei casi e in quello dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive. Numeri che però continuano a essere decisamente alti, come indica l’aggiornamento quotidiano del ministero della Salute. 

I nuovi casi in 24 ore sono stati 57.890, un numero confrontabile ai 59.749 del giorno prima, e sono stati individuati con 538.131 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 555.080 del giorno prima. Di conseguenza il tasso di positività è al 10,7%, stabile ormai da almeno dieci giorni. E’ infatti dal 7 febbraio che è intorno al 10%, osserva il fisico Daniele Pedrini, coordinatore del sito CovidStat. E' una stabilità che conforta e che va oltre il fatto che, con i casi, si sta riducendo anche il numero dei tamponi. Quest’ultimo dato emerge, per esempio, dal monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo al periodo 9-15 febbraio.   Per quanto riguarda i ricoveri, i dati del ministero della Salute indicano che quelli nelle terapie intensive sono complessivamente 1.037, ossia 36 in meno in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite, e gli ingressi giornalieri sono stati 71. Nei reparti ordinari i ricoverati sono complessivamente 14.562, ovvero 565 in meno in 24 ore. Sui ricoveri, il monitoraggio della Fondazione Gimbe indica che dal 9 al 15 febbraio si è registrato un calo del 14,9% di quelli in area medica e un calo del 18,7% nelle terapie intensive.  I decessi segnalati dal ministero della Salute sono 320 nelle ultime 24 ore, ma bisogna considerare che 27 sono riconteggi; di conseguenza il numero reale è 293, contro i 278 del giorno prima. Dopo tre mesi, questa è la prima settimana in cui si rileva un calo della mortalità, rileva nel suo rapporto l'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica. Il dato si attestava a 3,7 decessi ogni 100.000 abitanti nella settimana dal 2 all’8 febbraio, ed è sceso a 3,0 decessi ogni 100.000 abitanti nella settimana tra il 9 e il 15 febbraio. Anche l’analisi della Fondazione Gimbe rileva il calo dei decessi, quantificato nel 16% in meno in 7 giorni. 

E’ comunque presto per abbassare la guardia, considerando che il numero dei non vaccinati o dei vaccinati solo con la prima dose non è basso, calcolato da Altems in 1.074.948 nella fascia d’età fra 50 e 59 anni; sono inoltre 8.570.348 i vaccinati con la seconda dose. «L'obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni e più è entrato in vigore, ma lo scenario che possiamo vedere risulta ancora disomogeneo tra le varie fasce di età degli over 50», osserva il direttore di Altems Americo Cicchetti. Complessivamente, la discesa delle curve, la copertura vaccinale e la primavera imminente «permettono di guardare al futuro con ragionevole ottimismo, al netto di nuove varianti più contagiose o più gravi», osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. «Tuttavia, se da un lato questo permette di allentare progressivamente le restrizioni, dall’altro la consapevolezza della stagionalità del virus impone a Governo e Regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d’autunno, al fine di evitare – conclude Cartabellotta – nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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