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Impianti chimici, raffinerie, amianto e discariche: Augusta-Priolo-Melilli è il “triangolo” dei fuochi

Di Redazione |

PRIOLO – Non solo l’odore, il cattivo odore dell’aria del triangolo industriale Priolo-Augusta-Melilli. Ma anche il rumore, il rumore delle inchieste, il rumore delle sentenze, il rumore delle ricerche scientifiche che indicano quest’area come una delle più inquinate d’Italia. Ora a fare rumore è il sequestro da parte della magistratura dello stabilimento Esso e degli stabilimenti Isab Nord e Isab Sud del polo petrolchimico siracusano. 

Tutto nasce dai numerosi esposti e dalle denunce di cittadini, movimenti ambientalisti ed enti e istituzioni che lamentano da tempo la cattiva qualità dell’aria e che sanno che questa è una delle aree più inquinate d’Italia. Priolo infatti ricade tra i 39 siti di interesse nazionale (Sin) da bonificare ed è uno tra i più inquinanti d’Europa. Nelle zone più contaminate i casi di cancro sono aumentati in 10 anni anche del 90%. Come sono aumentate le patologie alla tiroide innescate da metalli pesanti. Dal 1996 si attende una bonifica, prima con il piano di risanamento ambientale e poi con l’accordo di programma. Ma la burocrazia, si sa, è lenta. E nel frattempo aumentano inquinamento e mortalità.

Il decreto di perimetrazione del sito Priolo elenca la presenza delle seguenti tipologie di impianti: impianti chimici, un polo petrolchimico, tre raffinerie, un’area portuale, amianto e discariche. Insomma se in campania c’è “la terra dei fuochi”, questo è “il triangolo dei fuochi”‘. Nel sito si sono osservati eccessi di mortalità, tra gli uomini per cancro al polmone e tra le donne per malattie dell’apparato digerente. In entrambi i generi per patologie respiratorie acute.

Da una indagine epidemiologica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Registro Tumori della Provincia di Siracusa emerge che l’esposizione all’amianto ha riguardato  tutti i lavoratori del polo petrolchimico di Priolo e, addirittura, gli abitanti della zona.  Quindi l’intera popolazione è stata esposta. Tanto che nella zona di Augusta è stata rilevata un’incidenza di patologie quali il tumore ai polmoni ed il mesotelioma pleurico (malattia legata all’esposizione all’amianto) di circa il 20% in più rispetto alla media mondiale che è di 275 nuovi casi l’anno per 100 mila abitanti. E i numeri delle morti sono drammatici: 100 l’anno per mesotelioma e 200 per carcinoma.

In Sicilia la legge regionale 10 del 2014 prevede la bonifica dell’amianto residuo, controlli a chi è stato esposto, una mappatura, un censimento, la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e la creazione del polo di riferimento medico nell’ospedale Muscatello di Augusta. «La politica non può fare più finta di nulla. Sono anni che denunciamo quello che accadenell’area di Augusta-Priolo – denuncia Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – Sono anni che chiediamo la bonifica del territorio. Anni in cui la popolazione si ammala e continua ad ammalarsi. Non si può continuare a giocare sulla pelle delle persone».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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