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Mise, martedì il tavolo per salvare le raffinerie Isab Priolo

L’iniziativa, che vedrà coinvolti tre ministeri, Sviluppo economico, Economia e finanze, Transizione ecologica, nasce dall’emendamento presentato a firma della deputata Stefania Prestigiacomo

Di Redazione |

Convocato per martedì il tavolo governativo per trovare una soluzione per salvare le raffinerie Isab-Lukoil di Priolo penalizzate dall’effetto boomerang delle sanzioni alla Russia. L’iniziativa, che vedrà coinvolti tre ministeri, Sviluppo economico, Economia e finanze, Transizione ecologica, nasce dall’emendamento presentato a firma della deputata Stefania Prestigiacomo contenuto nel dl Aiuti. “Voglio ringraziare il ministro Giorgetti per aver convocato il tavolo – ha detto Prestigiacomo – in modo così veloce e puntuale dopo l’approvazione del decreto”.

La deputata siracusana ha poi spiegato: “La raffineria Isab di Priolo non era e non è un soggetto sanzionato: è uno stabilimento a tutti gli effetti italiano anche se riconducibile al gruppo russo Lukoil. A seguito delle sanzioni scattate per l’aggressione all’Ucraina erano state chiuse le linee di credito da parte delle banche, costringendo l’azienda a raffinare solo il petrolio che giunge via mare dalla Russia. Con l’embargo del greggio russo deciso dal Consiglio Ue e dunque l’imminente blocco delle importazioni, la chiusura della raffineria sarebbe stata inevitabile”. Il rischio c’è ancora, in realtà: l’embargo al greggio russo scatta il 5 dicembre, a sei mesi dall’approvazione del sesto pacchetto di sanzioni Ue. Entro quella data il governo si è preso l’impegno di trovare una soluzione. Una potrebbe essere quella di garantire per Isab con le banche, attraverso la Sace, società assicurativa-finanziaria controllata dal Mef. “L’effetto domino – avverte ancora Prestigiacomo che considera il tavolo già uno scapato pericolo – sarebbe scattato in tutta la zona industriale siracusana, con la perdita di migliaia di posti di lavoro, di una quota importante del Pil siciliano e del 25% della capacità di raffinazione nazionale”. Ora la possibile soluzione sul tavolo del Mise: “Potrebbe essere quella di estendere le garanzie di Sace anche a Isab. Attraverso la garanzia pubblica l’azienda potrebbe tornare a operare sul mercato libero del greggio e assicurare la produzione e i livelli occupazionali diretti, dell’indotto e delle imprese a vario titolo collegate alla raffineria. Siamo sollevati – ha concluso la deputata siracusana – che pur nella delicatezza della situazione internazionale il governo abbia compreso, dopo una lunga discussione, la drammaticità della situazione e abbia individuato l’inizio di un percorso di garanzia per il lavoro e le produzioni siracusane”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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